LA “MINI COSTITUENTE” PER L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA: I NOMI DI CALDEROLI
«Ho fatto una piccola Costituente. E ne sono orgoglioso»: così il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli nella intervista al “Corriere della Sera” dove annuncia alcune importanti novità sul tema complesso della riforma Autonomia Differenziata. Alle porte di una vera e propria “rivoluzione” rispetto a quanto (non) avvenuto negli ultimi 20 anni dopo la modifica della Costituzione sul Titolo V, Calderoli autorizza una sorta di “mini” Costituente per valutare le varie modifiche sul tema dell’autonomia regionale.
A stabilire invece i Lep, i costi e i fabbisogni «sarà la Cabina di regia che sarà supportata da un comitato tecnico scientifico di cui vado orgoglioso». È un organo con valenza praticamente di una Costituente, «Una rappresentanza del meglio che l’Italia può offrire dal punto di vista scientifico e delle competenze, senza distinzione di schieramento politico». In tutto, 61 persone divise in 10 gruppi di lavoro: tra i nomi spiccano le figure di Sabino Cassese che sarà il presidente del comitato, poi l’ex presidente della Consulta Giuliano Amato, i presidenti emeriti della Corte costituzionale Franco Gallo e Annibale Marini, il presidente emerito della Cassazione Pietro Curzio, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta, l’ex presidente della Camera Luciano Violante, il presidente Astrid Franco Bassanini, Anna Finocchiaro, l’ex ministra Paola Severino».
AUTONOMIA, CALDEROLI: “RISORSE PER TUTTE LE REGIONI, TUTTI UGUALI AI NASTRI DI PARTENZA”
Ogni qual volta che sarà fatto il lavoro di indicare i Lep e i costi con fabbisogni standard, spiega ancora Calderoli nella lunga chiacchierata con il “Corriere”, «si potrà fare in modo che i diritti civili e sociali siano garantiti su tutto il territorio nazionale». «Ora si inizia a lavorare in Parlamento – spiega il Ministro degli Affari Regionali in quota Lega – Bisognerà definire le materie e gli ambiti di materia riferibili ai Livelli Essenziali delle Prestazioni, concernenti i diritti sociali e civili che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale».
Sarà il Parlamento che dovrà decidere nei prossimi mesi quali materie saranno riferibili ai diritti sociali e civili, è di fatto una delle scelte più difficili, ammette Calderoli, a cui sia mai stato chiamato: per recuperare il gap tra le Regioni, è necessario «usare i fondi nazionali di sviluppo e coesione e europei». Risorse vi saranno per tutti in modo che venga garantito il principio base, ribadito di recente anche dalla Premier Giorgia Meloni: «useremo fondi nazionali e Ue, sarà uguale la linea di partenza per tutti». Per trovare queste risorse, l’idea è stata congiunta tra Calderoli e il Ministro del PNRR Raffaele Fitto, ovvero utilizzare il mix di risorse nazionali ed europee in modo da non perdere più possibilità e risorse accumulate negli scorsi anni.