RIFORME, L’AVVISO DI CALDEROLI ALLE OPPOSIZIONI: “NO GUERRA AL GOVERNO MELONI”
Alla vigilia dell’incontro tra Governo e opposizioni sul tema riforme – martedì 9 maggio dalle ore 12.30 a Palazzo Chigi – il Ministro degli Affari Regionali e Autonomie Roberto Calderoli a “Corriere della Sera” lancia diversi messaggi tanto alla maggioranza quanto ovviamente ai partiti che sfileranno domani davanti alla Premier Giorgia Meloni. «La sinistra e Conte dovrebbero prendere atto che hanno perso le elezioni. Però, diversamente da quello che è accaduto in passato — quando loro facevano tutto senza coinvolgere le opposizioni — questa volta qualcuno chiede il loro coinvolgimento su riforme che riguardano la vita del Paese e dei cittadini», sottolinea il senatore della Lega che risponde così alle prime richieste/paletti messi da Pd e 5Stelle davanti alla convocazione del Governo.
Calderoli prosegue spiegando alle opposizioni che se il loro ruolo vuole essere esercitato «soltanto come diritto di veto, non ce l’hanno. Io suggerisco loro di fare proposte e correzioni. Se hanno maturato il lutto, bene. Se no, se ne riparla tra 5 anni». Il Ministro ringrazia la collega Casellati e la Premier Meloni per l’invito alle opposizioni nella giornata di domani, seguendo un percorso democratico e di rispetto delle “regole della democrazia”: tale cammino delle riforme costituzionali però potrebbe avere diversi iter a seconda anche delle risposte che arriveranno domani da Pd, M5s, Terzo Polo e sinistra. «Se ci fosse una vera disponibilità dell’opposizione a discutere di riforme, di presidenzialismo, è una possibilità che io stesso sposerei», rileva ancora Calderoli parlando dell’ipotesi di una bicamerale, di cui però non si dice particolarmente ottimista, «nessuna ha mai prodotto risultati. Alla luce delle risposte dell’opposizione si potrà decidere se c’è uno spazio oppure no».
MINISTRO CALDEROLI: “AUTONOMIA E PRESIDENZIALISMO, AVANTI TUTTA”
Qualora si trovasse un “muro” davanti alle richieste delle opposizioni, il Governo potrebbe usufruire dell’articolo 138 della Costituzione: «il Parlamento approva le modifiche alla Costituzione con due deliberazioni a maggioranza assoluta». Calderoli al “Corriere della Sera” conferma il proseguimento dell’iter sull’Autonomia differenziata con domani al via il Comitato tecnico scientifico sui livelli di prestazione (Clep) presieduto da Sabino Cassese: «Fino ad oggi il percorso si è realizzato: legge in Parlamento, iniziano le audizioni, dopodiché si apre la discussione generale, la fase emendativa. Io non voglio assolutamente comprimere i tempi, voglio che ci sia la discussione più ampia possibile, il mio obiettivo è realizzare il miglior risultato finale. Nel momento in cui si dovesse verificare che gli strumenti parlamentari sono volti solo all’ostruzionismo, saremo costretti ad andare per la nostra strada. Ma non è assolutamente quello che voglio. Mi si dica dove il testo è sbagliato, nel caso, e dove correggerlo».
Sul tavolo domani tra Governo e opposizioni ci sono anche le riforme costituzionali del Presidenzialismo, Semipresidenzialismo e Premierato: per Calderoli, il proporre all’opposizione le tre possibilità è molto corretto, «io parlo di presidenzialismo perché è la forma su cui sono più d’accordo». Davanti alla proposta del Governo divise le opposizioni: «Ci confronteremo sui temi e porteremo una posizione ma la convocazione non sia un modo per distrarre l’attenzione sui temi che interessano le persone e le necessità del Paese: lavoro, sanità, Pnrr», fanno sapere fonti del Pd all’AGI. Protesta anche il M5s di Conte, che lamenta l’abbattimento del Reddito di cittadinanza, mentre da Calenda e Renzi arrivano segnali di apertura: «Noi non vogliamo usare le riforme per fare la guerra a Giorgia Meloni. In questo Paese esiste il diritto di voto – che purtroppo ha premiato Meloni ma che va rispettato da tutti – ma non il diritto di veto, nemmeno per Schlein o Conte», ha spiegato Maria Elena Boschi, deputata Italia Viva, intervistata da “Libero Quotidiano”.