La legge sull’Autonomia differenziata terminerà il suo percorso in commissione Affari costituzionali in Senato la settimana prossima, ma ci sono 11 emendamenti da votare prima di portarla in Aula. «Siamo all’ultimo miglio», assicura il ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli. Ne parla a La Stampa, spiegando che «è un buon testo» e ringraziando le opposizioni per il contributo, visto che «degli ultimi 86 emendamenti approvati, 44 sono loro». Ma le critiche ci sono e non possono essere ignorate, infatti la battaglia riguarda la lista dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) da garantire in tutta Italia, per stabilire il numero di asili nido, assistenti sociali o borse di studio. Nel merito c’è la disponibilità delle opposizioni, «ma se si mette sul piano ideologico vedo ancora una contrarietà assoluta».



Calderoli, tra l’altro, replica a Forza Italia, secondo cui ci sarebbe un patto per garantire i Lep. «Mi dispiace, ma sbagliano, non è così. Il patto è che la legge venga approvata e che non venga trasferita nessuna funzione prima che siano definiti i Lep e i relativi costi e fabbisogni standard. La garanzia delle risorse per i Lep è nella Costituzione: lo Stato, indipendentemente da chi è al governo, è tenuto a finanziare quel livello essenziale di prestazione e di servizio». Riguardo le risorse a disposizione, Calderoni assicura che bisognerà stringere la cinghia nei momenti di difficoltà. «Quest’anno è stato fatto un taglio lineare a livello di ministeri, regioni, province, ed è chiaro che questo inciderà. Ma ci sarà sempre un momento congiunturale negativo e allora tutti stringeranno la cinghia, dalle regioni con l’autonomia a quelle senza».



AUTONOMIA, “CI SARA’ MONITORAGGIO SU RISPETTO DEI LEP”

A proposito della richiesta di Giuliano Amato di definire tutti i Lep, il ministro Roberto Calderoli a La Stampa spiega che prima vanno definiti quelli per l’Autonomia differenziata, poi quelli in capo allo Stato. «Ma io sono d’accordo con lui: si devono definire anche quelli e lo farò. Voglio mettere in mora lo Stato». Il leghista conferma che lo Stato potrebbe revocare l’autonomia concessa ad una regione se non rispetta i Lep. «Ci sarà un monitoraggio sul rispetto dei Lep nelle Regioni da parte dello Stato. La richiesta di revoca può arrivare dal governo, dallo stesso consiglio regionale o dal Parlamento, con un voto a maggioranza assoluta. Qualora la conferenza unificata Stato-Regioni stabilisse un mancato rispetto dei patti, prima viene fatto un richiamo alla Regione interessata, poi lo Stato può sostituirsi all’organo regionale e in ultima istanza revocare l’intesa».



Le richieste di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, che avevano chiesto l’autonomia nel 2017, restano valide, quindi non decadono, «ma dovranno seguire la nuova procedura indicata dalla legge». Infine, Calderoli fa chiarezza riguardo la scelta di far uscire l’Autonomia dalla prima commissione del Senato, dove poi entrerà la riforma costituzionale: «I regolamenti del Senato sono più favorevoli quando si esamina un decreto legge, ma per i disegni di legge, come la riforma costituzionale, sarebbe molto meglio la Camera. La scelta segue un’altra logica: se la prossima settimana la commissione sarà libera dall’esame dell’autonomia differenziata, dalla settimana successiva potrà occuparsi di riforma costituzionale. Se fosse accaduto il contrario, si sarebbe ingolfata alla Camera».