Il referendum sull’Autonomia è rischioso per Roberto Calderoli, secondo cui il pericolo di divisioni per l’Italia è concreto, ma comunque non è preoccupato. «Non me ne frega niente», taglia corto nell’intervista al Corriere della Sera, precisando che ritiene un «vulnus» il fatto che le firme siano state raccolte sulle piattaforme digitali, visto che la soglia fissata dalla Costituzione riguarda le firme da raccogliere in cartaceo. Comunque, Calderoli non teme una bocciatura, ma altro: «Io temo che, qualunque sia il risultato, la frattura del Paese ce l’avrai. In ogni caso».



Per il ministro il referendum potrebbe trasformarsi in una contrapposizione tra Sud e Nord, quindi lancia un interrogativo: «Qualcuno vuole assumersi la responsabilità di spaccare il Paese? Io sono contrarissimo a uno scontro del genere, credo davvero che sia un esito che non conviene a nessuno».

Per quanto riguarda la presa di posizione di Antonio Tajani, che ha dichiarato che vigilerà sull’Autonomia, anche se Forza Italia l’ha appena approvata, Calderoli si dice consapevole dell’equilibrio che deve trovare il vicepremier, ma ritiene che non abbia nulla da temere, anche perché le indicazioni sono state rispettate nella legge, che peraltro è stata ritoccata anche da Roberto Occhiuto e i forzisti.



CALDEROLI PUNGE FORZA ITALIA: “OGNI AGOSTO…”

Roberto Calderoli dribbla anche polemiche su carceri e ius scholae, temi su ci Forza Italia dà l’impressione di volersi riposizionare. Non manca una frecciatina: infatti, precisa che se i richiami fossero arrivati da Silvio Berlusconi, li avrebbe approfonditi con attenzione, ma essendo arrivati da altri, se ne discute come accade per altri temi. Il ministro, comunque, esclude problemi per il governo: «Ogni agosto ci sono le stelle cadenti, i temporali e i fuochi d’artificio nelle sagre. A fine agosto, tutti se ne dimenticano».



Tornando all’Autonomia, assicura che intende procedere con i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) molto rapidamente. A tal proposito, annuncia che i primi saranno disponibili entro la fine dell’anno. «Quelli più vicini alla definizione sono ambiente, sanità, tutela dei diritti del lavoro, governo del territorio. Anche istruzione. Poi, oggi non so ancora dire quali matureranno prima». Di sicuro, come richiesto dallo stesso Tajani, si procederà con buon senso. Riguardo il rischio che la cautela dei forzisti trovi sponda in Fratelli d’Italia, Calderoli nega e ribadisce che non ci sono resistenze.

IL MONITO SU REGIONALI VENETO E TERZO MANDATO

C’è poi la questione regionali, con il nome di Flavio Tosi fatto da Forza Italia per il Veneto: per Calderoli la richiesta è legittima, ma ricorda che la regione è guidata dalla Lega, a lei deve restare. «Con un leghista, non un ex leghista».

Eppure, non c’è il terzo mandato per i governatori, ma a tal proposito il ministro è sibillino: tutto può cambiare in un anno. La convinzione di Calderoli è che vada fatta una riflessione, anche alla luce del valore di Zaia e del suo consenso: l’esponente della Lega si chiede se abbia senso rinunciarvi.