Nella giornata di chiusura del Forum Confcommercio, a Roma, il Ministro del Lavoro Marina Calderone ha parlato della differenza tra la domanda e l’offerta in termini occupazionali. “Oggi probabilmente abbiamo un milione di posti di lavoro che non riusciamo a coprire, mentre abbiamo tante persone che sono fuori dal circuito lavorativo e quindi dall’impegno attivo nel mondo del lavoro” ha avvertito il ministro. “Guardo con grande interesse a una stagione di protagonismo dei corpi intermedi nello Stato. Credo che si debba tornare a un forte protagonismo delle associazioni datoriali e delle associazioni sindacali” ha aggiunto.



Secondo il Ministro del Lavoro, “Le politiche attive devono diventare anche proattive, di accompagnamento reale al lavoro che ha bisogno di tanto, tantissimo accompagnamento. L’altro grande tema su cui stiamo lavorando è quello di fare in modo che le imprese possano avere i lavoratori formati per il lavoro che c’è ed è soprattutto per quelli che ci sono le sfide dell’oggi e del domani”, partendo dalla transizione ecologica e digitale.



Calderone: “Non sono contro il contratto a tempo determinato”

Marina Calderone ha affrontato il tema del lavoro anche nel congresso della Cisal. Qui ha spiegato che “Il lavoro è centrale nella vita di tutte le persone. È necessario accompagnare al lavoro tante persone che in questo momento non ce l’hanno, pur in una condizione in cui ci sono tanti posti disponibili e lavoratori che non si trovano. Allora, insieme alle politiche attive c’è il tema della formazione delle lavoratrici e lavoratori che devono essere avviati a lavori che ci sono e non a lavori che non ci sono o che sono pensati rispetto a logiche del passato”.



A far discutere particolarmente, ancor di più dopo le parole di Giorgia Meloni, è il tema dell’occupazione delle donne, che devono avere la possibilità “della scelta” e strumenti per conciliare vita-lavoro. Raggiungere i valori stabiliti nella strategia di Lisbona, ossia l’occupazione femminile al 60%, “vorrebbe dire recuperare il 7% del Pil in più”. La necessità è quella “di avere lavoro di qualità, di combattere il lavoro sommerso e quel precariato che non fa crescere la società. Non sono contro il contratto a tempo determinato”. Per questo, “la contrattazione deve dire quali sono le esigenze temporanee che devono portare ad un rinnovo dei contratti a termine”.