Marina Calderone, ministro del Lavoro, ha rilasciato un’intervista per il Corriere della Sera nella quale ha parlato della recente opinione del Cnel sul salario minimo e del cruciale tema degli infortuni e delle morti sul lavoro, ancora troppo alte rispetto allo 0 assoluto a cui si dovrebbe arrivare. Partendo dal primo dei temi, ritiene che “il lavoro del Cnel è stato prezioso perché” ha sottolineato come “esiste una contrattazione collettiva che copre ben oltre l’80% dei lavoratori italiani”.



Il tema, più che un minimo salariale, secondo Calderone dovrebbe essere quello “investire sul rinnovo dei contratti e migliorare le condizioni economiche anche attraverso i contratti di secondo livello che puntano sulla produttività”, cresciuti nel corso dell’ultimo anno “del 35% grazie alla detassazione in manovra”. Commentando, invece, la sentenza della Corte Suprema sull’articolo 36 che parla di “giusta retribuzione”, la ministra sottolinea come non sia un’apertura al salario minimo, ma piuttosto un riferimento alle “paghe che non siano al di sotto della soglia di povertà“. Complessivamente, insomma, secondo la ministra Calderone, il punto ora dovrebbe essere “investire nella contrattazione di qualità che promuova tutele e garanzie aggiuntive”, sottolineando come “il salario minimo orario, da solo, non è sufficiente a garantire il principio del giusto salario”.



Calderone: “Contro gli infortuni sul lavoro pensiamo a nuovi incentivi”

Passando oltre al tema del salario minimo, la ministra Marina Calderone affronta anche il problema degli infortuni e delle morti sul lavoro, a fronte dell’ultimo rapporto annuale dell’Inail. Sottolinea, innanzitutto, che “si registra una tendenza alla riduzione degli incidenti: -17,3% per gli infortuni e -24,2% per quelli mortali”, che seppur sia assolutamente positiva “non può essere il punto di arrivo”, il quale è e rimane sempre “non perdere vite umane sul lavoro”. A tal proposito, suggerisce un approccio basato su tre pilastri: “prevenzione, formazione e controlli“.



Partendo dal primo, Calderone spiega che “è nella scuola che si deve insegnare la sicurezza sul lavoro“, direzione in cui procede “la previsione, nel decreto lavoro, di estendere la tutela assicurativa degli studenti e del personale scolastico in tutte le attività”, compresa l’alternanza. A livello di formazione, invece, sostiene che “dobbiamo renderla più incisiva e specifica per classi di rischio collegate alle mansioni” con particolare “importanza [al] coinvolgimento dei lavoratori nell’utilizzo dei dispositivi di sicurezza”. Infine, analizzando cosa ha intenzione di fare per i controlli contro gli infortuni sul lavoro, la ministra Calderone spiega che “l’obiettivo è aumentare il numero delle ispezioni e il presidio su settori e attività ad alto rischio”, per poi procedere ad “investire per sostenere le aziende virtuose che applicano in modo puntuale le disposizioni con incentivi ad hoc”.