Marina Calderone, Ministro del Lavoro sotto l’attuale governo di Giorgia Meloni, ha parlato sulle pagine di Italia Oggi del nuovo DL alluvione. Varato recentemente come sostegno ed aiuto per le popolazioni di Emilia, Toscana e Marche colpite dalle violente alluvioni delle ultime settimane, prevede una serie di ristori straordinari utili compensare le eventuali perdite salariali, dovute all’impossibilità di recarsi al lavoro, oppure di aprire la propria attività commerciale.
Ma per Calderone si tratta anche di una sorta di banco di prova di una generale semplificazione delle procedure che potrebbe, in futuro, essere applicata tale e quale anche in altre situazioni emergenziali. “È un prototipo”, spiega, e “l’obiettivo è quello di fare in modo che per eventi straordinari si possa ricorrere a un ammortizzatore unico, semplificato e immediato e, quindi, di un inserimento strutturale nel nostro panorama normativo”. In questo, come in altri casi, la misura prevista è quella della cassa integrata emergenziale per i dipendenti e una tantum per gli autonomi, ma la differenza con il passato, spiega la ministra Calderone, è che sarà prevista una modalità di presentazione delle domande unica per tutti.
Calderone: “Domanda unica e un solo soggetto erogatore”
“Con queste misure”, spiega Marina Calderone, “mettiamo in protezione il lavoro e diamo sostegno concreto ai lavoratori, a qualsiasi tipologia essi appartengano: subordinati, stagionali, agricoli e autonomi”. Complessivamente si parla di uno stanziamento pari a 900 milioni di euro, elargiti in base al tipo di lavoratore: per gli autonomi si parla massimo 3mila euro per 3 mesi una tantum, mentre per i dipendenti un massimo di 1.321,53 euro mensili per un massimo variabile da 15 a 90 giorni.
Ma la ministra Calderone sottolinea che “è una misura straordinaria e non è una mera percentuale del reddito perso. Bensì un aiuto concreto e immediato, volto a dare un sostegno reddituale che non grava, finanziariamente, nemmeno sulle imprese in quanto è pagato ai lavoratori subordinati da Inps in via diretta, senza che l’azienda sia costretta ad anticipare liquidità“. Insomma, i capisaldi dal nuovo Dl sono due, “unica domanda e un solo soggetto erogatore, l’Inps”, spiega Calderone. Se la scelta non fosse ricaduta sull’Inps, che ha ricevuto anche il sostegno delle rappresentanze sindacali, sarebbe stata necessaria “l’emanazione di un decreto interministeriale di riparto delle risorse, con necessari ritardi”.