In Italia c’è il tasso di occupazione più basso che in tutta Europa. “Poco più di metà delle donne italiane ha un lavoro. Una proporzione che è molto lontana dall’alta occupazione femminile, soprattutto del Nord Europa” spiega Marina Calderone, ministro del Lavoro, sulle pagine del Sole 24 Ore. “È un problema, a mio parere, anzitutto di giustizia sociale ed è una priorità del governo da affrontare a più livelli e con sistematicità” spiega ancora. Secondo la politica un’inversione di marcia si intravede: “Gli ultimi numeri che ci ha consegnato l’Istat indicano un’inversione di tendenza, che va accompagnata e rafforzata. Ma per la mia esperienza, i numeri rappresentano solo una parte del problema. Io guardo anzitutto alla qualità e sostenibilità del lavoro. A me interessa non il “lavoro comunque”, ma il lavoro buono e stabile che rende le persone, soprattutto le donne, indipendenti”.
Per questo il governo lavora a misure di sostegno “come l’aumento dell’assegno unico universale, il bonus asili nido e le agevolazioni per l’assunzione delle donne svantaggiate. Stiamo lavorando per inserire nel programma europeo Giovani donne e lavoro misure per valorizzare le donne nel mercato del lavoro e ridurre i fattori discriminatori, un’azione che intendiamo condividere con le Regioni. Ma c’è un altro aspetto: ridurre il gap è una necessità economica. Aumentare l’occupazione femminile, e giovanile, è indispensabile a garantire in prospettiva la crescita del Paese e la sostenibilità dei conti pubblici”.
Calderone: “Conciliazione di lavoro e figli non è solo una questione femminile”
Nel 2022 sono state 44.000 le donne che hanno lasciato il lavoro dopo aver messo al mondo un figlio. “Dobbiamo emanciparci anzitutto dall’idea sbagliata che la conciliazione sia una questione solo al femminile. In presenza di figli, se sostituiamo al concetto di maternità quello di genitorialità, la contrattazione di secondo livello – alla quale guardiamo come allo strumento più efficace per venire incontro alle richieste specifiche dei lavoratori – ci aiuta a mettere al servizio delle donne gli spazi aperti dalla decontribuzione dei premi di produttività e in generale dal welfare aziendale” sottolinea Marina Calderone sulle pagine de Il Sole 24 Ore.
Tutto “ciò riguarda non solo le donne madri, ma anche le donne single, specialmente le più giovani, che devono conciliare sempre più i tempi della vita e quelli del lavoro” sottolinea Il Ministro del Lavoro. Per questo, spiega, “abbiamo anche introdotto la riduzione totale della quota di contributi a carico della lavoratrice con due o più figli. Aggiungo che l’ostacolo maggiore alla parità non si manifesta nel momento in cui una donna inizia a lavorare ma in seguito, con gli avanzamenti di carriera e la premialità”.