Marina Elvira Calderone è il nome della ministra tecnica scelta da Giorgia Meloni per il ministero del Lavoro. Donna esperta che, per 17 anni, ha guidato il consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro e conosce al meglio problemi e falle del mondo lavorativo italiano. Recentemente la ministra ha rilasciato un’intervista con Libero nella quale ha parlato delle future sfide che attendono il suo dicastero e soprattutto del reddito di cittadinanza.



La Ministra Calderone è partita dalle pensioni, sulle quali spiega che “abbiamo cominciato a riflettere sul riordino della materia, facendo anche delle valutazioni attuariali” per “rendere sostenibili gli interventi”. Sulle cosiddette pensioni rosa, spiega di aver “compreso la necessità di ampliare la platea delle destinatarie”, confermando anche che “è partito un confronto che continuerà nel tempo”. Sul salario minimo, invece, Calderone sembra più restia, ricordando che “il percorso verso un salario in grado di dare a tutti i lavoratori e alle loro famiglie ‘un’esistenza libera e dignitosa’ deve necessariamente passare dalla contrattazione collettiva di qualità, da strumenti che ne potenzino l’efficacia e da relazioni industriali che consentano adattabilità costante alle esigenze del mercato”.



Ministra Calderone: “Cambieremo il Reddito di Cittadinanza”

Altro grandissimo punto intricato dell’azione del governo di Giorgia Meloni, che toccherà anche in questo caso alla ministra Calderone sciogliere, è il Reddito di cittadinanza, grande opera grillina al centro di numerosissimi dibattiti. La promessa che la ministra fa è chiara, il reddito sarà completamente rivisitato per evitare gli sprechi che si sono verificati in passato.

Sprechi che, spiega Calderone, verranno limitati anche grazie all’imposizione di un “obbligo di formazione“, tecnicamente già previsto nel 2019 ma che “si era incagliato nella mancanza di infrastrutture”. L’attuale reddito, spiega, “sarà erogato per sette mesi nel corso del 2023”, mentre nel frattempo si lavorerà con Regioni e Comuni per la “programmazione dei servizi per l’inclusione attiva”. Calderone elenca, poi, le differenze tra il nuovo e il vecchio Reddito: “una profilazione più coerente per indirizzare i soggetti alle politiche attive; l’obbligo di partecipare a queste politiche attive; rafforzeremo le politiche attive [che] si baseranno su formazione, sostegno nei percorsi di lavoro autonomo e incentivi all’occupazione; sarà anche una misura di ‘ultima istanza’ per chi è in condizione di estrema fragilità e dovrà essere preso in carico dai servizi sociali dei Comuni”.