Con l’arrivo dell’estate e l’aumento delle temperature la pandemia da Coronavirus e la stessa virulenza del Covid-19 potrebbero attenuarsi come auspicato da molti? Quello del caldo e del suo rapporto col Covdi-19, un virus che si conosce ancora poco e i cui effetti sul lungo periodo andranno ancora bene indagati, è uno dei principali argomenti di dibattito ora che il Paese si appresta a tornare a una parvenza di normalità in questa Fase 2. Tuttavia sul tema pare che virologi e infettivologi siano divisi anche se l’opinione più diffusa è quella secondo cui le alte temperature non influenzeranno in modo positivo l’andamento delle curve epidemiche e la diffusione del contagio: secondo il professor Vincenzo Bruzzese, direttore della UOC di Medicina Interna e Rete Reumatologica presso il Presidio Nuova Regina Margherita di Roma, al momento non si possono avere certezze in merito ma si può fare comunque chiarezza su alcuni punti fermi: innanzitutto a suo dire bisogna evitare di fare confusione tra caldo e calore, dal momento che attorno a temperature di 90 gradi il virus viene ucciso e dunque le temperature della bella stagione non avranno alcun effetto. Secondo Bruzzese inoltre è anche poco verosimile che in estate possa esserci un calo dei contagi dato che si tratta del momento dell’anno in cui ci sono più momenti di aggregazioni e occasioni di stare assieme anche se all’aria aperta.
IL CALDO ESTIVO NON MITIGHERA’ GLI EFFETTI DEL COVID-19 PERCHE’…
Insomma, estate e distanziamento sociale non sembrano fare rima tra di loro e anzi, stando alle raccomandazioni che abbiamo seguito negli ultimi due mesi, pare siano anzi due concetti antitetici: dunque secondo il professor Vincenzo Bruzzese il caldo estivo non può influenzare il ciclo vitale del Coronavirus e nemmeno il minor numero di infezioni broncopolmonari registrate nei mesi estivi non devono indurre all’ottimismo dato che il Covid-19 si diffonde anche in assenza di queste. Stesso discorso per le “droplets”, le oramai famigerate gocce di saliva, che con le alte temperature non si essiccherebbero affatto come qualcuno ha auspicato di recente anche perché ciò non ha nulla a che vedere con la portata di uno starnuto e la velocità con la quale viaggiano le goccioline da questi veicolate. Tuttavia Bruzzese conclude dicendo che è anche vero come il caldo possa essere comunque un fattore importante se lo si considera inteso come irradiazione solare dato che, come abbiamo imparato, i raggi ultravioletti (UVB) del sole sono in grado di influenzare il virus e destabilizzarlo anche se non intaccandone il suo ciclo vitale, rendendolo quantomeno meno pericoloso. Insomma, massima attenzione anche in estate e nessun allentamento delle protezioni dato che potrebbe essere non in inverno (dove comunque secondo alcuni è certo che da cerchiare in rosso ci sarà ottobre) ma nei mesi più caldi che si potrebbe verificare la tanto temuta seconda ondata di contagi.