Prima di tutto i fatti. L’ultimo scorcio del mese di giugno appena trascorso ha fatto registrare un evento che ha sbriciolato tutti i record degli eventi rari ed estremi dei mesi estivi. Gli Stati sulla costa nord-occidentale del Nord America, cioè Washington, Oregon, Idaho e una larga fetta del Canada occidentale (Saskatchewan, British Columbia, Alberta) hanno sperimentato una forte ondata di calore (heat wave), una delle più bollenti in assoluto: il record spetta alla città di Lytton, British Columbia, con 49,6℃ il 29 giugno.



È un evento eccezionale e senza precedenti? La risposta è sì, per due ragioni. In primo luogo, quest’area del pianeta non aveva mai sperimentato temperature superiori ai 45℃ prima d’ora. Quindi, ciò vuol dire che temperature abbastanza alte sono già state registrate in zona. Tuttavia, e veniamo alla seconda ragione, è la portata geografica del fenomeno che alza il livello di allerta.



Fonte: Nasa

Se guardiamo la mappa derivata dalle uscite del modello Goddard Earth Observing Model (Geos) della National Aeronautics and Space Administration (Nasa) vediamo cosa è effettivamente successo. La mappa mostra la temperatura a 2 metri dal suolo. Le aree rosse si riferiscono a temperature dell’aria che hanno superato di almeno 15℃ la media relativa al periodo 2014-2020 per questo giorno, il 27 giugno.

Di chi è la “colpa”? L’innalzamento delle temperature è stato causato da una cappa di alta pressione stazionaria ed estesa dalla California fino ai territori artici. Le temperature sono state un po’ più basse sulle aree costiere, ma l’entroterra è stato fortemente colpito. Si parla di oltre 200 morti. Molte strade sono state chiuse a causa dell’asfalto impraticabile. Molti vetri delle auto sono esplosi. Queste sono zone in cui la temperatura media in questo periodo dell’anno si posiziona tra 20 e 24℃, il che ci fa pensare che molte persone non abbiano nemmeno l’aria condizionata in casa. Insomma, un disastro.



Dal punto di vista atmosferico il calore estremo è il risultato di una combinazione di condizioni piuttosto inusuali. L’alta pressione eccezionale sull’entroterra e la corrispondente bassa pressione sulla costa hanno provocato un flusso d’aria sostenuto da est a ovest che ha spinto materialmente la fresca aria oceanica verso il largo sull’Oceano Pacifico.

Inoltre, l’aria proveniente dall’entroterra si è riscaldata ancora di più discendendo dalle Cascade Mountains e spingendosi verso ovest. In buona sostanza, è mutata la normale circolazione dell’aria nell’area e l’oceano ha potuto fare ben poco con le sue fresche correnti.

Siamo in presenza di un fenomeno altamente anomalo ed eccezionale rispetto a quanto successo finora. La domanda ora è: ci dobbiamo aspettare che succeda ancora o, addirittura, che entri a far parte di una certa qual “normalità” d’ora in avanti? Non lo sappiamo, ma i modelli climatici prevedono, purtroppo, che questi eventi saranno tutt’altro che sporadici nei prossimi anni.

Il clima sta cambiando e con esso la circolazione generale dell’atmosfera. Ci dobbiamo attendere eventi estremi quali ondate di calore, piogge molto intense e localizzate e altri fenomeni che normalmente siamo stati abituati a definire “estremi”.

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