Il caldo record che sta cingendo d’assedio l’Italia in queste settimane sta producendo effetti negativi anche sulle coltivazioni, ustionando letteralmente la frutta e provocando perdite nei raccolti fino al 15%. Questi sono i dati contenuti nel report a cura di Coldiretti circa gli effetti prodotti dalla bolla di calore, con danni alle ciliegie in Puglia ed Emilia-Romagna, angurie e meloni scottati in Veneto, pere e albicocche rovinate nel Ferrarese, barbatelle bruciate nei vigneti toscani, pesche che cadono dai rami prima di svilupparsi, ulivi in sofferenza idrica.
Coldiretti precisa che “dove è possibile, gli agricoltori sono ricorsi alle irrigazioni di soccorso per salvare le coltivazioni più in sofferenza, anche se in alcune zone gli agricoltori si ritrovano sugli alberi la frutta addirittura cotta dal sole e dalla bolla di aria torrida. Una situazione che fa salire a tre miliardi di euro il conto dei danni provocati nel 2022 all’agricoltura italiana dalla siccità e dall’eccezionale ondata di calore dopo che l’anno scorso a causa di eventi estremi l’Italia aveva già detto addio a 1 frutto su 4 della propria produzione nazionale”.
FRUTTA USTIONATA DAL CALDO: ALLARME SETTORE AGRICOLO
Come sottolinea Coldiretti, frutta e verdura rappresentano la prima voce dispesa“Il settore ortofrutticolo nazionale assicura all’Italia 440mila posti di lavoro, pari al 40% del totale in agricoltura, con un fatturato di 15 miliardi di euro all’anno tra fresco e trasformato, pari al 25% della produzione agricola totale, grazie all’attività di oltre 300mila aziende agricole su più di un milione di ettari coltivati in Italia e vanta ben 113 prodotti ortofrutticoli Dop e Igp”, si legge ancora nella nota.
Per difendere il patrimonio ortofrutticolo italiano è quindi “necessario intervenire per contenere il caro energia e i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro”, come ha evidenziato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini: “Serve il grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo per recuperare e riutilizzare fino al 50% dell’acqua piovana contro l’11% attuale”.