Il leader di Azione, Carlo Calenda, è stato intervistato stamane in collegamento dal programma di Canale 5, Morning News. Le prime parole sono state, ovviamente, per la clamorosa rottura fra lo stesso Calenda e il Pd di Letta, a pochi giorni dall’accordo: “Sono molto dispiaciuto – spiega l’ex ministro – sono cominciate ad entrare persone come Fratoianni, Bonelli, la sinistra più estrema i verdi del ‘no a tutto’ con cui io non ho niente a che fare, e poi una classe dirigente di ex 5 Stelle che per me sono impresentabili come Di Maio. Ho detto ad Enrico che se firmava un patto con questi, poi gli elettori non avrebbero capito. Così ho detto che questa cosa non aveva senso e non stava in piedi”. Poi Calenda ha proseguito: “Mi sono confrontato con il mio partito e abbiamo condiviso i passaggi, ci abbiamo provato, era giusto farlo. Il mio piano non era far fallire il Pd, io ho sempre messo delle condizioni, io non sono un politico di nascita e non passo da una sponda all’altra, come invece ha fatto il Pd che aveva detto mai con il 5 Stelle, diventa una cosa incomprensibile. Io faccio politica e la faccio da uomo libero”.
Emma Bonino ha criticato fortemente Calenda: “Non voglio commentare ciò che dice, una signora a cui va il mio rispetto e il mio affetto. Lei ha rilasciato 40 interviste dicendo che non si sarebbe mai alleata con chi ha votato la sfiducia a Draghi e poi l’ha fatto. Noi ci presenteremo – ha proseguito Calenda – con un programma ne di destra ne di sinistra, ma un programma di buon senso, che ricalca il discorso di Draghi al senato, come il salario minimo, i rigassificatori, l’atlantismo, l’impresa 4.0. La politica cerca sempre di mettere in un greggio gli elettori, io faccio l’unica promessa di non fare promesse irrealizzabili”. Sul terzo polo con Renzi, Calenda spiega: “Ci stiamo parlando da ieri e ci riparleremo oggi, l’importante è chiarezza su temi e comportamenti. Le cose che si fanno devono essere fatte bene e in modo serio. I rapporti con Renzi sono stati conflittuali da quando facevo il ministro per lui, l’unico modo per non farsi schiacciare è essere tosti. Bisogna trovare la quadra sui temi e sulla modalità della campagna elettorale, cerchiamo di non andare sul personale, non è un regolamento di conti”.
CALENDA: “CHIEDEREMO A DRAGHI DI RIMANERE”
“Noi chiederemo a Draghi di rimanere – ha proseguito Calenda parlando dei progetti del suo partito – con Renzi ci parleremo e cercheremo di offrire qualcosa che sia serio e netto e un impegno a non candidare chi non ha una forte esperienza, dobbiamo chiudere la stagione dei Di Maio e dei Toninelli”.
Quindi Calenda ha concluso la sua intervista dicendo: “Sono stano di fascisti, comunisti, parliamo di cose che non c’entrano niente. Abbiamo la sanità a pezzi, l’istruzione più carente d’Europa, investiamo ogni euro pubblico in sanità e istruzione, questo proverà a fare. Giorgia Meloni premier? Ha una mancanza di esperienza significativa, comunque non penso sia fascista ma non ha mai detto una parola su questo”.