CALENDA SCRIVE IL “MANIFESTO” DEL TERZO POLO: “IL MODELLO È DRAGHI”
«Nell’equilibrio tra autonomia individuale, doveri e società, si possono ritrovare le tre grandi famiglie politiche che hanno fatto l’Europa: riformatori, liberaldemocratici, popolari»: il “manifesto” del Terzo Polo scritto oggi da Carlo Calenda su “Il Foglio” si offre di guardare a quel tipo di elettorato in vista delle prossime Elezioni Europee 2024. Dopo la vittoria di Elly Schlein alle Primarie Pd, il leader di Azione con l’alleato di Italia Viva Matteo Renzi sancisce come definitivamente fallito il proposito di trovare un’alleanza a lungo termine con il riformismo liberale presente all’interno del Partito Democratico. E così Calenda nel suo lungo “manifesto” lanciato oggi sul quotidiano di Claudio Cerasa sottolinea come dopo l’elezione di Schlein, «il sistema politico ha raggiunto un ulteriore punto di chiarezza. A sinistra la linea politica di PD e 5S si è definitivamente unificata, mentre a destra c’è solo Giorgia Meloni con un paio di ruote di scorta più o meno gonfie».
È una sinistra “vecchia” quella che l’ex Ministro MISE identifica nel raggruppamento vincente alle ultime Primarie: «Con la sconfitta di Stefano Bonaccini è stata persa anche un’intera classe dirigente di bravi amministratori locali del nord, l’ultimo residuo di riformismo pragmatico esistente nel PD. La loro vittoria sarebbe stata la vera novità. Invece, insieme alla Schlein, hanno vinto Bettini, Zingaretti, Orlando, Franceschini, Conchita De Gregorio e Michela Murgia. Non una grande novità di classe dirigente, linea politica o pensiero». L’attuale e futuro potenziale elettorato del Terzo Polo è presto che detto per Calenda: «Ci rivolgiamo a tutti i cittadini che si sono ritrovati nel profilo e nella qualità dell’azione del Governo Draghi. Uso questo termine di paragone, che so essere oramai perso nelle nebbie della nostra flebile memoria a lungo termine, perché, per la prima volta nella storia recente, quel governo ha portato nella politica un forte spirito repubblicano, riconciliando elettori che si erano divisi (e spesso insultati)». Liberalismo sociale, repubblicanesimo ma anche elementi popolari e democratici: a questo guarda il possibile partito unico di Calenda e Renzi e su questo viene lanciato il progetto di opposizione Francia e sincera contro il Governo Meloni (e pure contro l’asse di sinistra Pd-M5s).
ALLEANZE VERSO LE EUROPEE: LA POSIZIONE DEL TERZO POLO DI CALENDA
«Non ci faremo intrappolare dalla pretesa di unità politica delle opposizioni. Con questo Pd e con il M5S non condividiamo quasi nulla. Come potremmo dar vita a un accordo politico?», ravvisa Calenda ancora nel suo lungo “manifesto” pubblicato oggi su “Il Foglio”. L’asse tra Azione e Italia Viva continuerà sullo stesso iter precedente alla vittoria di Schlein in casa Pd: «Costruiremo il partito unico di popolari, liberali e riformisti, riunificando classi dirigenti ed elettori che sono stati divisi con l’accetta del bipolarismo». In particolare, Calenda annuncia di star aspettando in breve la risposta di Matteo Renzi sul via libera effettivo al progetto di unificazione dei due partiti centristi: «Alla fine di questa settimana riceveremo la risposta di Renzi. Se sarà positiva e convinta, immediatamente dopo, inizieremo a lavorare su un manifesto politico alla cui scrittura parteciperanno anche associazioni, partiti e personalità che condividono il nostro orizzonte politico e culturale. Il meccanismo di selezione della classe dirigente e della leadership dovrà essere competitivo, trasparente e coinvolgere i territori. Al termine del processo Azione e Italia Viva si scioglieranno e il partito dei liberaldemocratici sarà finalmente realtà».
Calenda non si attende un grosso esodo di parlamentari Pd, delusi dall’avvento di Schlein, e nemmeno da Forza Italia dove il partito è sempre più diviso al suo interno per il costante contrasto Meloni-Berlusconi: «siamo ancora pienamente nelle convulsioni di una seconda Repubblica che degenera, un anno dopo l’altro, parlando sempre delle stesse cose e sempre nello stesso modo […] Azione e il Terzo Polo sono nati per opporsi a questo declinante tran-tran. Non è cosa facile, ce ne rendiamo conto benissimo. Tutta la scena politica italiana – media e Parlamento in primis – è settata su un’altra frequenza. Cercare di fare diventare popolari le scelte giuste appare talvolta anche a me un’utopia». Nuove bordate alla sinistra vengono lanciate infine da Calenda nel tentativo di far emergere la piena distanza tra questa sinistra e il progetto liberale-riformista del Terzo Polo: «ciò che soprattutto ci divide è la politica come moralismo. La politica che non spiega mai il “come” e fugge dalla complessità della realtà a favore della retorica di ciò che è interamente buono (e perciò per definizione metafisico). Prevedo che con Elly Schlein alla guida del PD questa tendenza aumenterà». Attenzione, il tema non è affatto ridotto al solo caso italiano, ma il problema del “moralismo” arriva fino ai confini del mondo oltre Oceano come dimostrano derive della cancel culture e della “woke culture”: «Il moralismo dei progressisti si è andato da tempo trasformando in hybris votata alla cancellazione della storia, dell’arte e in ultima analisi dell’identità stessa dell’Occidente. Noi riteniamo che la pretesa di giudicare il passato con il metro morale del presente stia facendo precipitare la nostra civiltà in un nuovo oscurantismo», conclude Carlo Calenda non prima di indicare la rotta verso le nuove Elezioni Europee tra poco più di un anno, «a oggi alle europee, elezioni totalmente proporzionali, il compito del Terzo Polo sarà quello di radicarsi come forza politica indipendente e distante da questa destra e da questa sinistra. Per farlo una federazione non è più sufficiente. Così come sufficiente non è la somma di due partiti. Per questo ho proposto al Comitato Politico della Federazione del Terzo Polo di accelerare la nascita del Partito unico e di tagliare questo traguardo entro ottobre, in modo da poter affrontare l’appuntamento delle europee opportunamente preparati».