È nato da due giorni il partito di Carlo Calenda e già quell’Azione si sta abbattendo sui principali rivali politici: oggi però la “lite” del giorno sui social (dove l’ex Mise è da sempre attivissimo) viene “subita” dal parlamentare europeo, con un protagonista a “sorpresa” che non ha preso per niente bene l’intervista di Calenda a “24 Mattino” su Radio24. Tutto nasce dalle parole dell’ex Pd sulla cena in Arabia Saudita tra Renzi, il faccendiere Tommaso Buti e l’imprenditore Flavio Briatore: per Calenda «Mettiamola così: non credo che ci sia un rischio per la sicurezza nazionale, ma c’è un rischio per la reputazione personale di Renzi». In seguito lo stesso Calenda attacca i partiti di Governo e di opposizione per i propri rapporti politici all’estero: «Trovo pericolosissimo che i due principali schieramenti italiani siano attratti da un lato dalla Cina, e cioè il M5s, e dall’altro dalla Russia, Salvini. Ma poi stiamo scherzando? Un partito deve avere per forza un interlocutore internazionale? Torniamo, per caso, al ‘Franza o Spagna, purché se magna’? Ma l’Italia è un grande Paese – continua – un partito non può cercarsi degli sponsor internazionali». Replica di Renzi? Scatto d’orgoglio di Lega o Pd? No, contro il segretario di “Azione” interviene a gamba tesissima Briatore che non ci sta a quella “reputazione” che metterebbe a rischio per l’ex Premier fiorentino. Con un lunghissimo post su Instagram con tanto di famosa foto del “cigno” con Calenda (ma anche l’aggiunta in post-produzione della classica valigia del “portaborse”) il noto imprenditore affila le armi: «Caro Calenda,vorrei capire come si permette Lei di parlare di reputazione? Forse ha un vuoto di memoria e per questo mi permetto di farLe un ripasso della sua carriera e dei suoi successi. Una cosa ci accomuna:aver fatto parte entrambi del mondo automobilistico. Lei ha avuto un incarico in Ferrari, ma nessuno se ne ricorda credo,mentre io all’epoca avevo da poco portato la Benetton alla vittoria di ben 3 campionati del mondo».



L’AZIONE DI CALENDA “CONTRO” RENZI E BRIATORE

Poi Briatore, che qualche mese fa ha lanciato il suo personale “Partito del Fare“, se la prende con Calenda in quanto «portaborse di Montezemolo», ma gli attacchi si fanno anche più al “veleno”: «Fu Lei, come Ministro Sviluppo Economico, a stilare il contratto ILVA con Mittal. Ed oggi, a causa Sua, ci ritroviamo in questo pasticcio immane,con una crisi che potrebbe portare alla perdita del posto di lavoro da parte di migliaia di lavoratori. Aggiungo: Io ho costruito, sviluppato progetti in Italia e all’estero che danno lavoro, sicurezza e dignità a molte persone, di cui il 65% italiani. Sa a quanto é il totale degli stipendi erogati dal mio gruppo Billionaire Lifestyle? 15 milioni di euro l’anno.E Lei,a quanti italiani ha dato lavoro? Credo nessuno». Secondo Briatore, Carlo Calenda è un mero politico “traditore” e anche qui il giudizio non è proprio leggero «Lei al suo di stipendio ci tiene eccome! E’ salito sul carro del PD, e lì si è distinto per le Sue doti di banderuola, tant’è vero che i suoi illustri ex colleghi lo definiscono ‘un professionista sì..del tradimento’. Infatti ha lasciato il PD ma si è guardato bene dal dimettersi dall’incarico di parlamentare europeo,per mantenere il suo compenso. Perché Lei, caro Calenda appartiene a quella categoria, molto affollata, che deve attaccarsi alla politica per esistere,alla categoria dei rancorosi e invidiosi, che dovrebbero tacere sulla reputazione degli altri e guardarsi allo specchio». In merito alla cena con Renzi messa in discussione da Calenda, Briatore si difende così «la riunione di Riyadh che l’ha tanto scandalizzata, era un incontro ufficiale con le autorità saudite per promuovere una gara di FormulaE in quella regione. Incontri, progetti e fatti tra persone che costruiscono,e non disfattisti come Lei». Il “post scriptum” della querelle se la prende Calenda che su Twitter commenta «Mi rifiuto di fare una polemica con Briatore su chi è più fico. Gliela do vinta a tavolino. Renzi frequenti chi gli pare. Non me ne importa nulla. Ma proprio nulla»