Carlo Calenda interromperà da oggi, per circa dieci giorni, la sua attività politico-parlamentare. Il leader di Azione dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico programmato nei mesi scorsi, come spiegato dall’Ufficio stampa dello stesso partito. Proprio nella giornata di ieri, il politico si era esposto sul tema dello sciopero che ha creato una frazione tra il mondo della politica – maggioranza in primis – e i sindacati CIGL e UIL. Al Quotidiano Nazionale, il leader aveva spiegato il proprio punto di vista: “È uno sciopero politico, ma non per questo si può evitare. Salvini commette un errore gravissimo cercando il conflitto: sulle regole ha ragione Landini, ma ciò che dice sulla manovra è inficiato dal fatto che già in estate aveva annunciato la protesta”.
Sbagliate, secondo il capo di Azione, le posizioni di Landini sulla legge di bilancio: “Il sindacato dovrebbe restare obiettivo: lui ha ‘spoilerato’ la sua intenzione, senza conoscere i contenuti della manovra. E poi perchè, come ha fatto con tutti i governi, la Cgil e dunque Landini non propone una finanziaria alternativa, ma dice che vuole tutto, dal Superbonus al taglio del cuneo. Non si assume la responsabilità di una scelta, ben sapendo che le risorse sono poche. Così, spinge l’Italia in default”.
Calenda: “Critiche alla Manovra? Sì, avanzando proposte alternative”
Secondo Carlo Calenda, si può protestare contro la Manovra solo “avanzando proposte alternative. Noi in settimana presenteremo la nostra contromanovra, in cui diciamo che vanno investiti 8-10 miliardi sulla sanità, e per questo non facciamo il taglio della scaglione Irpef da quattro miliardi. Proponiamo pure di usare i soldi del Prr per rifare industria 4.0 allargata ad ambiente ed energia in modo da spingere gli investimenti. Siccome spenderemo metà dei fondi del Pnrr, perché non usarli così? È in linea con ciò che consente la Commissione europea” ha spiegato a Quotidiano Nazionale.
Infine, un commento sull’elezione diretta del premier: “È stato un compromesso: io sono sempre stato a favore del cancellierato e contro l’elezione del premier. Siccome Renzi era favorevole a quella e io al salario minimo abbiamo messo entrambi. Per fortuna poi ci siamo divisi: non c’è alcun motivo per cui se hai un presidente del Consiglio disastroso, come sarebbe stato Di Maio nella scorsa legislatura, tu lo debba tenere cinque anni. Io chiedo a tutti, anche al governo, di discutere del sistema tedesco. Per fortuna, Meloni perderà il referendum”.