ROTONDI SVELA: “CALENDA VIA PERCHÈ HA SAPUTO DEL PATTO LETTA-M5S GIÀ IN TASCA”
“Certi amori non finiscono; Fanno dei giri immensi; E poi ritornano”: Antonello Venditti in musica spesso è riuscito a dare il “titolo giusto” alla realtà che cambiava attorno, così come Gianfranco Rotondi spesso è riuscito a svolgere il medesimo ruolo con la politica. Il navigato fondatore di “Verde è popolare” oggi su Twitter ha lanciato la sua “sibilata” in merito alla notizia del giorno, forse dell’intera campagna elettorale. Carlo Calenda, come noto, dopo aver raggiunto l’accordo tra Pd, Azione e +Europa lo scorso 2 agosto, oggi in diretta tv ha rotto quello stesso patto imputando la genesi della frattura agli accordi “larghi” con Sinistra Italiana, Verdi, ex M5s e Impegno Civico. Ebbene, per Rotondi il motivo di questa rottura è ben più semplice: «Carlo Calenda scappa perché ha saputo quel che io prevedevo da giorni: Enrico Letta ha in tasca l’accordo con il M5s e lo tirerà fuori all’ultima ora utile».
Raggiunto poi da “Fanpage” è ancora l’ex democristiano a provare a “definire” quel ritorno al “primo amore” che il campo largo di Letta potrebbe effettuare entro le prossime Elezioni: «Calenda non si è arrabbiato per Fratoianni, ma lo ha considerato l’antipasto di un menu indigesto. Quando Fratoianni ieri ha detto: ‘Sono contento dell’accordo, andrebbe esteso ai Cinque Stelle’, a quel punto è scattata una sirena d’allarme, e Calenda ha capito che Letta forse ha già in tasca l’accordo con i Cinque Stelle»; insomma, “certi amori ritornano, etc…” 2.0. Secondo Rotondi dunque Calenda aveva paura di «potersi ritrovare dopo qualche giorno un appello di MicroMega, delle anime belle della sinistra, pronte a dirgli che nel nome della Costituzione si fa anche l’accordo con i Cinque Stelle. Quindi Calenda si sarebbe trovato costretto a rompere, in un secondo momento, senza aver più il tempo necessario a raccogliere le firme». Anche se Conte e Letta continuano a chiudere l’un l’altro la “porta” – come vedete qui sotto – per Rotondi quello resta l’unico modo rimasto al Pd per provare a “pareggiare” la partita con il Centrodestra: per il leader di “Verde è popolare”, che ha scelto come “campo di battaglia” la coalizione di Meloni-Salvini-Berlusconi, la «cosa peggiore della rottura di Calenda è che questa decisione «apre la strada a un accordo del Pd con in Cinque Stelle, che blinderà tutti i collegi del Sud. Per cui abbiamo il rischio più che concreto di un pareggio. Certamente in questo modo il Partito Democratico affonda nel Nord: perde una valanga di voti al Nord ma prende tutti i collegi del Sud».
CONTE SMENTISCE E RILANCIA: “PD DIA COLLEGI A DI MAIO…”
Secondo Gianfranco Rotondi, in calce all’intervista su “Fanpage”, il patto Pd-M5s è pronto per essere lanciato: «È scontato che avendo impostato una campagna elettorale con un pallottoliere, e perdendo colui che diceva ‘mai con Conte’, la prima cosa che farà Letta è cercare Conte». Il primo a smentire tale retroscena è però lo stesso Presidente M5s che in un lungo post su Facebook “commenta” lo strappo di Calenda e le ricerca di un’alleanza per il Pd: «In molti in queste ore mi chiedono cosa ne sarà del “campo largo” di Letta dopo il broncio di Calenda, le voraci pretese di posti sicuri di Tabacci e Di Maio, i veti incrociati e le repentine giravolte. Non spetta a me la risposta. Per parte mia posso solo dire che questo disastro politico mi sembra lontano anni luce dal progetto riformistico realizzato durante il Conte II», scrive l’ex Premier. È poi Conte a rispondere quasi direttamente alle ipotesi subito sorte oggi dopo la rottura tra Calenda e Pd: «e se ora Letta riaprisse al Movimento? Provo a dare una mano e a evitare ulteriori imbarazzi, dopo le dannose decisioni che sono già state prese. A questo punto a Enrico rivolgo un consiglio non richiesto: offri pure i collegi che si sono liberati a Di Maio, Tabacci e agli altri alleati. Ti saluto con cordialità e senza nessuna acrimonia».
Un’ulteriore chiave di lettura sullo strappo tra Calenda e Letta arriva dal giornalista Gianni Riotta che, sempre su Twitter, rivela una “fonte” giuntagli in giornata: «“Dietro il voltafaccia di Carlo Calenda dopo i patti con Enrico Letta c’è la paura che Matteo Renzi, correndo da solo, potesse fare un buon risultato privandolo per sempre di centralità” mi dice uno storico leader della politica italiana». Al Tg1 è poi lo stesso Segretario del Pd a ribadire, «Calenda non ha onorato la parola data, così aiuta la destra. Le alleanze definite, Conte ha fatto cadere Draghi». Insomma, dove sia l’esatta “visuale” della realtà politica attuale non è dato saperlo, di certo l’operazione “campo largo” di Enrico Letta in soli 2 mesi ha già ottenuto record di “cambio sceneggiatura” degna di una appassionante telenovela. Basterà per battere il Centrodestra alle prossime Elezioni 2022?