L’ennesimo scontro a distanza tra Carlo Calenda e Giorgia Meloni – dopo il passato ricco di “fascista da due soldi” e “arroganza di un ministro voltagabbana”, per citare giusto due degli “epiteti” più iconici che si sono scambiati i due protagonisti – arriva dopo l’intervento a “In Mezz’ora di più” domenica scorsa del leader di Azione. Parlando dell’opposizione e del ruolo sempre più preminente di Fratelli d’Italia nel Centrodestra, Calenda commenta «La Meloni in televisione cosa fa? Ripete benissimo quello che sente al bar. E noi elettori, perchè la colpa è solo nostra, che cosa facciamo? Diciamo: ‘Uuuh, questa dice le stesse cose che dico io, mò la voto”. Non pensando che quella sta lì per proporre una soluzione al problema e non per fare l’eco». L’ex Ministro dello Sviluppo Economico poi rincara la dose e aggiunge «finchè la consapevolezza di questo, con l’andare di una situazione che peggiorerà, non entrerà dentro gli italiani, da destra a sinistra, questo Paese si sbriciolerà».



ATTACCHI E INSULTI TRA CALENDA E MELONI

Non poteva però rimanere impassibile la leader di FdI che infatti a distanza, su domanda specifica di Rtl 102.5, replica con toni molto duri: «Ed è tipico della loro arroganza questo disprezzo per le persone comuni, questo disprezzo per il popolo. Ci hanno detto che alle nostre manifestazioni venivano solo parrucchieri. Ci hanno detto che noi eravamo ridicoli perchè stavamo nelle periferie». La lite però da tv-radio si è poi spostata sui social dove proprio Carlo Calenda non digerisce bene la risposta della Meloni e contrattacca mostrando le sue ragioni: «Non buttarla in tribuna Giorgia Meloni. La vera arroganza è quella di pensare di poter guadagnare 15.000 euro al mese ma di non essere tenuta a fare proposte realizzabili, mentre ti riempi la bocca della parola popolo».



Dopo qualche ora è un nuovo tweet sempre dell’ex Pd a riaprire la polemica aggiungendo «in che universo insultare è dire che ripete le cose che sente al bar senza fare proposte? Mi sa che “ignorante e arrogante” assomigliano più al genere insulto O no?». Il “catfight” è servito, i nuovi capitoli si attendono nelle prossime ore, mentre le due opposizioni così diverse quantomeno su un punto trovano una visione comune: la richiesta che il Governo Conte se ne vada il più presto possibile. Chissà che la “pace” mediatica tra Calenda e Meloni non arrivi proprio in virtù di questa comune “battaglia”.

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