Il Governo Draghi ha fissato un calendario delle riaperture. La road map fissa come prima data quella del 26 aprile, quando nelle regioni in zona gialla potranno riaprire i ristoranti, anche di sera, ma solo nei locali che hanno spazi all’aperto. Via libera anche ad altre attività di sport e spettacolo, sempre mantenendo il distanziamento. In particolare, cinema e i teatri potranno aprire anche al chiuso, ma con una capienza limitata. Dunque, in questo caso si applica la norma del decreto marzo, quando le riaperture sono slittate per il peggioramento dei dati. Inoltre, saranno consentiti gli spostamenti tra regioni gialle e chi avrà un certificato potrà andare in quelle arancioni e rosse.



L’indicazione degli scienziati, nel parere consegnato al governo, è che queste riaperture all’aperto non dovrebbero incidere sulla risalita dei contagi. Quella della Cabina di regia prevede riaperture scaglionate in virtù delle indicazioni relative al rischio di contagio per le varie attività. Ma questo verrà chiarito con il decreto di maggio.



CALENDARIO RIAPERTURE: 4 DATE CHIAVE

Il Governo ha predisposto, dunque, un percorso di riaperture graduali per il quale il 15 maggio riapriranno le piscine e le spiagge, mentre il 1° giugno sarà il turno delle palestre. Quindi il 1° luglio via libera a fiere ed eventi. Nessuna novità per quanto riguarda il coprifuoco, che resta confermato dalle 22 alle 5. “La priorità della ripresa andrà alle attività che si possono svolgere all’aperto. Nei luoghi all’aperto è molto più difficile contagiarsi rispetto al chiuso. Un principio che applicheremo nella ristorazione e non solo, e ci riaccompagnerà nella fase di transizione”, ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza in conferenza stampa.



Per quanto riguarda le scuole, tornano in classe tutti gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, quindi anche le superiori, fatta eccezione per quelle nelle regioni in zona rossa. Nelle scuole che si trovano nelle aree con il livello di rischio più alto tornano le lezioni in presenza fino alla terza media, mentre alle superiori l’attività si svolgerà almeno al 50% in presenza.