Se la Corte Suprema americana dovesse arrivare davvero a ribaltare la sentenza “Roe contro Wade” che “colma” il vuoto normativo a livello federale sull’aborto, lo Stato della California potrebbe costituirsi come sorta di “santuario” per i cittadini che volessero accedere all’interruzione di gravidanza e trovassero nel proprio Stato una legge che li contrasta.



L’ipotesi è stata lanciata dal “California Future of Abortion Council”, un ente che raccoglie 40 gruppi pro-choice, in vista della decisione che nel giugno 2022 la Corte Suprema: a fine novembre la Corte Suprema si è riunita per deliberare sulla legge del Mississippi (Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization) che vieta l’aborto dopo 15 settimane di gestazione (nella maggior parte dei casi). Dopo due ore di dibattito, i 6 giudici di orientamento conservatore (sui 9 totali) sembrano disposti ad accogliere le richieste del singolo Stato Usa. Se così dovesse concretizzarsi nei prossimi mesi con un pronunciamento ufficiale – attesa parola definitiva a giugno 2022 – si arriverebbe di fatto ad eliminare la Roe v. Wade del 1973.



CAOS ABORTO NEGLI USA

Come spiega però il “Guardian”, la California non ci sta e potrebbe diventare un “santuario” per chi invece volesse proseguire l’accesso all’aborto garantito dalla legge “Roe”. Le raccomandazioni fornite dall’ente pro-choice insieme allo Stato della California – elaborate con l’aiuto di alcuni dei più importanti responsabili politici dello Stato – includono la possibilità di pagare viaggio, alloggio e procedure per persone di altri stati. «Con un avanzo stimato di 31 miliardi di dollari l’anno prossimo, lo stato ha denaro nelle sue casse per finanziare i servizi di aborto per i pazienti di altri stati», riportano gli stessi organizzatori dell’iniziativa. «Saremo un santuario», ha detto Gavin Newsom, il Governatore della California, aggiungendo di essere consapevole «che i pazienti probabilmente si recheranno nello stato da altrove per cercare aborti. Stiamo cercando modi per supportare tale inevitabilità e modi per espandere le nostre protezioni». La decisione che attende la Corte Suprema americana potrebbe essere da “apripista” per interventi limitatori della legge “Roe” dopo il Mississippi e il Texas: secondo gli analisi Usa, sarebbero almeno una ventina gli Stati pronti a vietare l’aborto se la Corte Suprema “boccerà” la storica legge del 1973. Il Guttmacher Institute, un gruppo di ricerca che sostiene i diritti all’aborto, ha affermato che nel 2017 in California sono stati eseguiti 132.680 aborti, ovvero circa il 15% di tutti gli aborti a livello nazionale. Di contro, i pro-life della California si stanno preparando a potenziali “ondate” di donne pronte a richiedere l’interruzione di gravidanza e che necessiteranno di supporto, con la speranza di farle desistere dal loro intento: «la California ha circa 160 centri di risorse per la gravidanza il cui scopo è convincere le donne a non abortire», ha spiegato al “Guardian” Jonathan Keller, presidente e CEO del California Family Council, annunciando l’intenzione di aumentare il proprio personale in tutta la California qualora dovessero aumentare vertiginosamente i pazienti in arrivo da altri Stati. «Anche se non stiamo affrontando alcuna opportunità legislativa immediata o vittorie legislative, è un promemoria che il lavoro di cambiare i cuori e le menti e anche fornire supporto e risorse reali alle donne che affrontano gravidanze non pianificate – quel lavoro continuerà sempre», ha concluso Keller.

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