Gli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina ieri si sono fatti sentire chiaramente sui mercati finanziari. In mattinata si è diffusa la notizia del primo missile americano sparato dall’Ucraina verso il territorio russo insieme all’annuncio della nuova dottrina nucleare russa; Mosca ha fatto sapere che potrà dare una risposta nucleare anche in caso di attacchi non nucleari con l’uso di missili occidentali sul suolo russo. La borsa di Milano è arrivata a perdere quasi il 3% prima di un recupero che l’ha portata comunque a chiudere in negativo. Prima dell’apertura anche la borsa americana prometteva una giornata in calo; alle tre del pomeriggio sono però arrivate alcune dichiarazioni dalla Casa Bianca che sottolineavano che gli Stati Uniti non avrebbero risposto al cambio della dottrina nucleare di Mosca. Le dichiarazioni sono state interpretate come un tentativo di distensione rispetto a un quadro in avvitamento.
Dopo settimane di relativa calma, complice la tornata elettorale americana, la geopolitica è tornata d’attualità sui mercati. Le preoccupazioni degli investitori hanno preso la forma di un movimento verso gli investimenti ritenuti meno rischiosi; obbligazioni e titoli azionari equiparabili e anche l’oro segnavano variazioni positive mentre gli indici azionari viravano verso il rosso. Per diverse ore l’unico titolo positivo del listino azionario milanese era Leonardo a causa della sua esposizione al settore della difesa. Tra i settori più colpiti dalle notizie che arrivavano dall’Ucraina c’erano invece i finanziari, i titoli esposti ai consumi discrezionali, le telecomunicazioni e i titoli tecnologici.
Gli investitori hanno associato il peggioramento del quadro geopolitico a una fase di crisi economica o recessione. Il grafico giornaliero del cambio euro/dollaro mostra invece la fuga dall’euro verso il biglietto verde nel momento peggiore dei mercati. I principali organi di informazione finanziari intanto speculavano sulle possibili reazioni russe al lancio di missili occidentali e includevano, tra le opzioni, sia il rafforzamento militare russo vicino ai confini della Nato, sia attacchi ibridi a infrastrutture occidentali in Europa. Anche i mercati energetici, infatti, potrebbero essere coinvolti e peggiorare ulteriormente la situazione europea.
Quello che è successo ieri sui mercati è un campanello d’allarme rispetto a un peggioramento del quadro geopolitico in qualche modo inatteso. La vittoria di Trump è stata infatti ritenuta, a torto o a ragione, come l’inizio di una possibile distensione con la Russia di cui l’Europa sarebbe stata vittima o di cui avrebbe beneficiato a seconda delle analisi politiche. Il peggioramento in Ucraina è quindi una “notizia” per gli investitori che fino a ieri erano assorbiti dalle trattative per la composizione della squadra di Trump. Oggi invece l’attenzione ritorna sull’Europa e questa non è una buona notizia per gli europei perché qualsiasi escalation danneggia l’Ue molto più degli Stati Uniti come i mercati sanno perfettamente.
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