Si è parlato di calvizie nel segmento conclusivo della puntata di “Elisir” di martedì 20 settembre 2022 e lo si è fatto con l’esperto Alfredo Rossi, docente di Dermatologia presso l’Università La Sapienza di Roma. In primis, il professore ha sottolineato che, quando si parla di caduta dei capelli, “la predisposizione genetica è importantissima e anche i fattori ambientali possono dare vita all’alopecia. Si dice che in questo periodo autunnale, il periodo delle castagne, aumenti la perdita dei capelli: ebbene, è davvero così. Infatti, cambiano le condizioni ambientali e il nostro organismo si prepara a fronteggiarle. La luce, in particolare, modifica il ritmo circadiano della melatonina, generando un grosso impatto sulla caduta dei capelli, così come accade in primavera”.



Tra le altre cause legate all’argomento calvizie si può annoverare anche lo stress, ma “dipende quanto dura: certo, può fare cadere i capelli, così come uno spavento molto intenso”. Da sfatare, invece, i falsi miti del casco della moto e del cappello: “Non creano alcun tipo di problema, poiché il follicolo respira attraverso il sangue. Anche farsi lo shampoo tutti i giorni non incide a livello di calvizie, anche se è consigliabile utilizzarne uno delicato. Personalmente, ne faccio anche due al giorno, quando capita”.



CALVIZIE, LE CAUSE: “CHI HA AVUTO IL COVID…”

Nel prosieguo del suo intervento a “Elisir”, il dottor Alfredo Rossi ha smentito anche la credenza popolare secondo cui sia preferibile tagliare i capelli con la luna crescente al fine di rinfoltire la chioma, mentre in riferimento al farmaco Minoxidil, utile proprio in quest’ambito, “alla somministrazione orale non si potrebbe ricorrere in Italia, ma viene effettuata solo nei casi limite, ovvero quando il farmaco per uso topico genera dermatiti da contatto e dermatiti irritative”.

Infine, attenzione al legame tra Covid e calvizie: “Il Coronavirus ha un recettore proprio sul follicolo pilifero, che ne riduce la vita. Tutti i soggetti che contraggono il virus vanno incontro a questo fenomeno, che inizia un mese dopo l’infezione. Soltanto in certi casi, però, esso dà vita ad alopecie permanenti, perché magari slatentizza condizioni fino a quel momento non palesatesi”.