Calvizie, una mutazione genetica all’origine della perdita dei capelli: questo quanto scoperto da un team di ricercatori cinesi in uno studio pubblicato su Faseb Journal. Secondo gli esperti, la chiave è nel gene che produce la proteina Map2: gli studiosi della China Agricultural University hanno selezionato due gruppi tra maiali normali e senza peli, studiando il primo raggruppamento hanno notato che la densità dei follicoli piliferi era molto maggiore rispetto agli animali “pelati”. Successivamente, spiega Il Messaggero, grazie al sequenziamento e ad esperimenti molecolari è stato possibile individuare la proteina Map2 come fattore chiave delle calvizie. A causare la perdita di capelli, dunque, la mutazione del gene che causa una riduzione della densità del follicolo allo stadio embrionale. Xiangdong Ding, ricercatore del Dipartimento di Allevamento e genetica degli animali della Cau a Pechino, ha commentato: «Un’ulteriore indagine su questo meccanismo potrebbe portare a una potenziale cura per le malattie ereditarie dei capelli attraverso l’editing genetico».



CALVIZIE, MUTAZIONE GENETICA ALLA BASE DELLA PERDITA DEI CAPELLI

Giuseppe Novelli, genetista dell’Università di Roma Tor Vergata, ha spiegato ai microfoni dell’Adnkronos: «Il gene Map2 produce una proteina nota da tempo che è un componente importante dei microtubuli, strutture intracellulari la cui funzione principale è l’organizzazione e trasporto intracellulare, assicurano anche una certa stabilità meccanica alla cellula e giocano un ruolo fondamentale nella divisione cellulare. Mutazioni di Map2 nell’uomo sono state trovate in alcune forme di autismo, ma mai in forme genetiche di calvizie». L’esperto ha inoltre evidenziato che sarà necessario capire se, oltre che nei maiali, questo gene sia mutato anche nell’uomo in alcune forme di alopecia. Infine, un commento sul ruolo del gene che produce una proteina che lavora nel cervello nella formazione del pelo: «Per me questo è del tutto normale ed ovvio: i geni svolgono più di una funzione, altrimenti non avremmo solo 20.000 geni per tutto ciò che siamo e facciamo».

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