I cambiamenti del clima provocati dall’uomo produrranno effetti gravissimi sul nostro pianeta nei prossimi anni: non lascia spazio a dubbio alcuno, in merito a tale argomento, il sesto Rapporto dell’Ipcc (AR6), l’International Panel on Climate Change, riassunti e forniti da Cnr-Isac. Infatti, “è ormai accertato che le attività dell’uomo abbiano causato il riscaldamento del clima – ha spiegato all’Adnkronos Sandro Fuzzi, ricercatore dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche –. Quest’ultimo sta evolvendo in modo molto più rapido rispetto al passato, a causa delle sempre crescenti emissioni antropiche di gas serra, principalmente CO2 e metano, che hanno raggiunto livelli di concentrazioni in atmosfera mai riscontrati negli ultimi 800mila anni”.



Del resto, sono numerose ormai le evidenze che testimoniano il riscaldamento del clima. Ad esempio, negli ultimi decenni la temperatura della Terra è cresciuta a una velocità priva di qualsivoglia eguale negli ultimi duemila anni. L’innalzamento dei mari nell’ultimo secolo è stato pari a 20 centimetri, con una velocità di crescita accelerata nell’ultimo decennio di più del doppio rispetto al secolo scorso. L’aumento medio del livello delle acque marine è così cresciuto a una velocità mai prima sperimentata, almeno negli ultimi 3.000 anni, e la loro acidificazione procede a ritmi inenarrabili. Inoltre, nell’ultimo decennio, l’estensione dei ghiacci dell’Artico nella stagione estiva è stata la più bassa rilevata negli ultimi mille anni. Insomma, siamo a un punto di non ritorno.



CAMBIAMENTI CLIMA, LE CONSEGUENZE: “DANNI IRREVERSIBILI”

A fronte di questi cambiamenti del clima, le conseguenze saranno irreversibili su scale temporali dell’ordine di centinaia di anni, purtroppo, soprattutto per il ghiaccio marino artico e il livello del mare, destinato a salire ulteriormente, come asserito sulle colonne dell’Adnkronos da Susanna Corti, ricercatrice dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche. È lei a tracciare lo scenario che ci attende in prospettiva, con particolare riferimento all’Europa e al Mediterraneo: “Nel 2050 la temperatura superficiale globale del pianeta sarà superiore a quella attuale in tutti gli scenari di emissione considerati”.



Non è una buona notizia, in quanto ogni mezzo grado di riscaldamento globale provoca aumenti statisticamente significativi nella frequenza e nella durata di estremi di temperatura, ovvero ondate di calore, siccità, precipitazioni intense. Detto in altri termini, nel Vecchio Continente e in tutta l’area mediterranea il caldo sarà sempre più duraturo e accentuato, ma al tempo stesso si faranno largo, di tanto in tanto, tempeste dalle sfumature apocalittiche e finora mai registrate a determinate latitudini.