Negli ultimi anni si è fatta sempre più strada la paura di come il cambiamento climatico possa distruggere il nostro pianeta e con esso i suoi abitanti. L’allarmismo è cresciuto in modo tale da spingerci a cambiare tutte le nostre abitudini in un’ottica ‘green’ per ridurre sempre più le emissioni di Co2, considerata tra le principali e più nocive conseguenze dell’inquinamento. Contrariamente però a questa tesi c’è anche chi sta fortemente obiettando questa ‘politica’, denunciandone anche la pericolosità per la stessa vita dell’uomo.



Non stiamo parlando di improvvisati esperti ‘bastian contrari’ ma di scienziati illustri, tra cui Ivar Giaever, Premio Nobel per la Fisica e tra i firmatari di Clintel (Climate Intelligence), la fondazione indipendente che smonta scientificamente punto per punto questa teoria, considerata approssimativa. L’autorevolezza dei 1.500 scienziati facenti parte di Clintel è stata portata alla luce da La Verità, che ha intervistato Richard Lindzen, professore emerito al Mit (Massachusetts institute of technology) e docente anche presso l’Università di Harvard e l’Università di Chicago, oltre che membro dell’Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti.



Contro la teoria del cambiamento climatico: “La Co2 è fondamentale per la vita”

Lindzen rientra tra i sostenitori della tesi contraria al riscaldamento globale e al cambiamento climatico così come ormai ci è stata spiegata, e ha chiarito le ragioni di ciò che starebbe alla base di questa opposta teoria. Fin da subito la sua rivelazione è sconvolgente: le emissioni di Co2 non sarebbero inquinanti, anzi. Sarebbero addirittura fondamentali per la vita. Ma non è tutto. La Co2 non condizionerebbe il clima del nostro pianeta che, nel tempo, sarebbe sempre stato esposto a periodi di maggiore surriscaldamento, anche in passato, quando i fattori oggi considerati altamente inquinanti ancora non esistevano.



A ciò Lindzen ha anche aggiunto che tutta questa crescente attenzione al cambiamento climatico risiederebbe in ragioni economiche: “dal 1988 c’è stato un immenso aumento dei finanziamenti governativi e questo aumento è stato accompagnato dall’insistenza su una particolare ‘teoria del cambiamento climatico’”. Sarà un caso? E come se non bastasse emergerebbe anche come nel 2020, durante il lockdown, quando gli spostamenti erano ridotti, le emissioni di Co2 non sarebbero diminuite. Come stanno quindi realmente le cose?