Cambiamento climatico e buco dell’ozono: due battaglie che si intrecciano
Secondo un recente articolo di InsiderPaper, esisterebbe un progetto per cercare di contrastare temporaneamente l’effetto del cambiamento climatico, riducendo di fatto le temperature, impiegando anidride solforosa (a base di zolfo). Questo, però, otterrebbe anche un effetto negativo sullo strato di ozono che circonda la terra, invalidando gli effetti positivi ottenuti sul buco grazie al Protocollo di Montreal.
Era il 1987 quando 200 nazioni concordarono l’entrata in vigore del Protocollo di Montreal per contrastare il buco nell’ozono. Contestualmente, negli ultimi anni è diventata sempre più importante la questione del cambiamento climatico, portando a formulare ipotesi e teorie per cercare di contrastare anche quest’altro effetto dannoso che l’uomo ha sull’atmosfera. Ora, infine, sembra che le due battaglie si stiano sempre più incrociando, portando gli esperti a supporre la necessità di abbandonare una delle due, a favore dell’altra, oppure a rivedere le nuove formulazioni teoriche. Sembra, infatti, che il piano per immettere lo zolfo nell’atmosfera al fine di contrastare il cambiamento climatico andrebbe a consumare l’ozono, riportandolo ai livelli del 1990, ovvero un terzo della sua dimensione originale.
Zolfo contro il cambiamento climatico
L’idea di utilizzare lo zolfo per combattere il cambiamento climatico origina dalla violenta eruzione del Monte Pinatubo, nelle Filippine, avvenuta nel 1991. In quell’occasione, infatti si osservò una riduzione delle temperature globali per tutto l’anno successivo e si scoprì che era dovuta alle tonnellate di polveri e detriti che il vulcano aveva sprigionato nell’atmosfera. Chiamate tecnicamente iniezioni di aerosol stratosferico, avrebbero un effetto limitato nel tempo, ma anche ampiamente positive.
Gli scienziati stimano, sostiene InsiderPaper parlando dello zolfo contro il cambiamento climatico, che immettendone tra le 8 e le 16 milioni di tonnellate (equivalenti alle immissioni del Monte Pinatubo) all’anno nell’atmosfera, le temperature si ridurrebbero di circa 1 grado centigrado. Sull’Antartide, invece, dove il buco nell’ozono è più ampio, lo zolfo permetterebbe di ridurre le temperature di circa 0,5 gradi. Un effetto che permetterebbe, almeno, di compiere scelte significative e prendere tutte le iniziative necessarie per contrastare (stabilmente) il cambiamento climatico, ma che di contro consumerebbe ulteriormente l’ozono, causando una maggiore caduta di raggi ultravioletti sulla terra. Inoltre, si rischierebbe, a causa dei raggi ultravioletti e dell’impoverimento dell’ozono, l’interruzione dei monsoni africani ed asiatici, oltre al prosciugamento dell’Amazzonia.