A Uno Mattina, quotidiano programma di Rai Uno, si è parlato di clima alla luce dell’accordo raggiunto ieri a Dubai che ha chiuso la Cop28. Per la prima volta, al termine della conferenza, si è parlato della “transizione dai combustibili fossili” entro il 2050, intesa che ha messo d’accordo i Paesi Arabi e il resto del mondo.



Telmo Pievani, biologo e filosofo dell’evoluzione, prendendo spunto dalle conclusioni della Cop28 ha analizzato la questione dei cambiamenti climatici spiegando: “La metafora della guerra non la userei mai, non è mai adeguata, c’è tanta retorica, chi conosce l’evoluzione sa che non è in gioco la nostra sopravvivenza, visto che la specie umana è sempre sopravvissuta anche in passato, la vera questione molto seria è quale prezzo dovremo pagare per questa transizione, quanto ci costerà in sofferenze e difficoltà e soprattutto chi dovrà pagare”. Pievani, parlando sempre in diretta tv su Rai Uno, ha proseguito: “Sappiamo che c’è una grande ingiustizia, il costo maggiore sarà pagato da quei popoli che poco hanno contribuito al problema”.



“CAMBIAMENTO CLIMATICO? NON BASTA LA TECNOLOGIA”, PIEVANI: “COSA DOBBIAMO FARE NELL’IMMEDIATO”

Massimiliano Ossini, conduttore di Uno Mattina, ha quindi incalzato il suo ospite circa l’utilità della tecnologia, e Pievani ha replicato: “La tecnologia è fondamentale, come ad esempio quelle per le energie rinnovabili ma non dobbiamo farci prendere dall’illusione che ce la faremo solo con la tecnologia, può essere un ragionamento molto pericoloso per non fare altro”. Cosa dovremo fare quindi? “Riadattare i sistemi di produzione, i consumi, cosa mangiamo e come ci muoviamo: le due cose devono andare di pari passo”.



E nell’immediato cosa dobbiamo fare invece? “Mitigare ciò che sta accadendo, ridurre le emissioni, gli effetti positivi saranno goduti da figli e nipoti quindi c’è anche un tema di generosità, nell’immediato dobbiamo adattarsi, è difficile non arrivare all’innalzamento di 1,5 gradi, ci arriveremo entro il 2030, vivremo in un mondo diverso con dissesto idrogeologico, siccità, desertificazione, innalzamento dei mari, dobbiamo affrontare in modo previdente questi cambiamenti che sono già in atto”.