Quanto accaduto in Spagna pochi giorni fa, con la strage di Valencia a seguito delle gravissime alluvioni, ha inevitabilmente riacceso i riflettori sul rischio a cui il nostro Paese è esposto in tema di fenomeni meteo estremi. Il cambiamento climatico in atto consegna alcune regioni dell’Italia, come del resto del mondo, a un sensibile incremento dell’intensità di eventi che possono sfociare in veri e propri disastri, catastrofi di portata sempre più vasta e dagli esiti imprevedibili.
Secondo i dati raccolti da Anbi, Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, dall’inizio del 2024 fino al settembre scorso sono stati registrati 1.899 eventi estremi nelle aree italiane. In questo dato record sono compresi 212 tornado (52 nella sola prima metà di settembre, il 71% sulle coste tirreniche), 1.023 nubifragi (il 91% sulle regioni del Centro-Nord), 664 grandinate di dimensioni importanti (il record in Versilia con chicchi di diametro tra 7 e 9 cm).
Cambiamento climatico: le regioni italiane più a rischio di eventi estremi
Particolarmente colpita tra le regioni dell’Italia, sempre secondo quanto rilevato da Anbi, è l’Emilia-Romagna. In questa regione, nel giro di un anno e mezzo, sono state registrate 3 alluvioni con effetti disastrosi. “C’è bisogno di una grande azione di prevenzione civile, dalla manutenzione e realizzazione di infrastrutture idrauliche ad una maggiore e diffusa cultura dell’acqua; le nostre proposte sono a servizio del Paese“, ha dichiarato il presidente di Anbi, Francesco Vincenzi.
La situazione fotografata attraverso questi numeri rende l’idea di come il quadro climatico italiano, e più in generale mediterraneo, stia evolvendo rapidamente verso connotati tropicali caratterizzati da eventi atmosferici estremamente violenti. Il nostro Paese, secondo questa analisi, è epicentro della crisi climatica. “Le attuali condizioni climatiche del Mar Mediterraneo sono ideali per fenomeni meteorologici di estrema violenza su tutta l’Europa, ma principalmente sui Paesi nel Sud del continente, come l’Italia (…). Torniamo a ripeterlo – ha aggiunto Vincenzi – : in attesa di politiche planetarie per la mitigazione, servono urgenti politiche di adattamento capaci di contenere i rischi per la popolazione. Quanto accaduto in Spagna può ripetersi anche da noi e bisogna esserne coscienti“.
Un altro scenario estremo riguarda Sicilia e Sardegna. Lo spiega uno studio del World Weather Attribution (che analizza i legami tra eventi meteo estremi e cambiamento climatico) secondo cui la crisi in corso avrebbe aumentato del 50% la probabilità di siccità nelle due grandi isole italiane. Il 2024 si è rivelato un anno caldo e secco nel Sud Italia e già a maggio la Sicilia aveva dichiarato lo stato di emergenza. Nonostante un severo razionamento, non è stato possibile irrigare vaste aree con la conseguenza di gravi danni a coltivazioni e allevamenti.