CAMBIO ORA LEGALE 2021: COSA CAMBIA? Ricordarsi stanotte di spostare avanti di un’ora le lancette dell’orologio: torna l’ora legale. E precisamente domenica 28 marzo, alle 2 am sono le 3 am. Sarà questa l’ultima volta che sospendiamo l’ora solare (che tornerà il prossimo 31 ottobre)? 

Intanto va ricordato che quella che noi chiamiamo ora legale nei Paesi anglosassoni si chiama prosaicamente Daylight Saving Time, infatti è proprio l’intento di sfruttare gli impatti positivi di un’ora in più di luce da un punto di vista elettrico, ambientale ed economico, ad aver convinto molti governi ad adottare il sistema. L’Europa nel suo insieme lo fa dal 1996 nello stesso giorno. In Italia era arrivata nel 1920, è stata riproposta nel 1940 e definitivamente nel 1966. È consuetudine dal 1960 anche negli Stati Uniti che quest’anno hanno avanzato le lancette lo scorso 14 marzo. Non viene applicata né in Africa, né in Asia: i Paesi sulla fascia dell’equatore non traggono vantaggio nel cambio perché la variazione di ore di luce durante i mesi dell’anno non è significativa. La Russia che conta ben 11 fusi orari, l’ha cancellata nel 2011. 



Nel passaggio all’ora legale si ottiene il risparmio di kilowattora: nel 2020 si sono risparmiati 400 milioni kWh, quanto il consumo medio annuo di elettricità di circa 150 mila famiglie, equivalente a 205 mila tonnellate di mancate emissioni di CO2 nell’atmosfera e una bolletta più leggera di 66 milioni di euro. Eppure anche gli impatti positivi dell’ora legale sul sistema energetico sono stati condizionati dal Coronavirus. Per effetto della chiusura delle attività commerciali e produttive, si sono contratti i consumi energetici e dunque i benefici dell’ora di luce in più sono per circa 20% minori di quelli ottenuti nei sette mesi di ora legale nell’anno pre-pandemico.



Molti ritengono che l’ora legale abbia delle ripercussioni sulla salute delle persone che sopravanzano i tangibili vantaggi economici e ambientali. In particolare, privarsi di un’ora di sonno dopo più di un anno di pandemia e svariate sfumature di lockdown che hanno stravolto gli stili di vita, moltiplicato i fattori di stress, allungato la permanenza davanti allo schermo è, a parere di molti, negativo per i nostri ritmi circadiani e quindi la nostra salute. Il sonno è un fattore importante per l’efficienza del nostro sistema immunitario fondamentale per respingere e combattere le infezioni.



Se la maggioranza dei cittadini europei sembra a favore dell’ora legale permanente – 56% contro 32% sostenitori dell’ora solare 365 giorni l’anno – l’opinione varia moltissimo da Stato a Stato. In Portogallo, Cipro, Polonia oltre i due terzi degli interpellati sono a favore dell’ora legale fissa. Mentre nei Paesi Bassi o Danimarca i suoi sostenitori crollano al 40%. Le opinioni discordanti hanno indotto il Parlamento europeo a indire prima una consultazione pubblica, poi è stata demandato ai governi degli Stati membri di trovare in seno al Consiglio europeo entro il 2021, un’intesa su un’ora standardizzata per il continente europeo (attualmente diviso in 3 fusi orari). Ma se a Bruxelles a fine 2019 il dossier figurava tra le “proposte prioritarie del programma di lavoro per l’anno 2020”, la questione ora è completamente fuori dai radar spazzata via dall’emergenza coronavirus e dalla fuoriuscita del Regno Unito. Tra l’altro per l’Irlanda potrebbe rappresentare un ennesimo fattore di tensione, con il problema inedito di un’isola con due fusi orari: quello della Repubblica d’Irlanda e quello dell’Irlanda del Nord.

È molto probabilmente all’ultima domenica di marzo 2022 ci troveremo puntualmente a spostare le lancette dell’orologio in avanti di un’ora. 

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