ORA LEGALE: PERCHÉ NON SI ADOTTA IN MANIERA PERMANENTE
Questa notte cambierà l’ora: si passerà da quella solare a quella legale, dunque alle 2 saranno le 3 e si dormirà un’ora in meno. Da anni si discute sul rendere permanente questo orario: l’Unione Europea starebbe infatti pensando a questa modifica per far sì che le giornate siano più lunghe e che vi sia un risparmio. Nonostante l’ipotesi venga paventata spesso, non trova mai realizzazione: anche quest’anno però non manca il pressing sul governo affinché l’adozione in Italia dell’ora legale venga resa permanente. Si tratta di una possibilità prevista dall’Unione Europea che secondo gli esperti porterebbe a benefici economici, ambientali e sanitari. (agg. JC)
CAMBIO ORA LEGALE: PERCHÉ NON AVVIENE IN TUTTO IL MONDO
Questa notte cambierà l’ora, passando da quella solare a quella legale. Le lancette saranno dunque spostate un’ora più avanti, dalle 2 alle 3, ma non in tutto il mondo. Alcuni Stati, infatti, adottano tutto l’anno l’ora “legale”, chiamata anche “orario estivo” o con il termine anglosassone “daylight saving time”, visto appunto che lo scopo è quello di allungare il giorno e risparmiare corrente. Nei Paesi dell’Unione Europea, l’ora legale ha inizio l’ultima domenica di marzo e termina l’ultima di ottobre. Seguono le stesse regole anche il Liechtenstein, Andorra, San Marino, Monaco, Svizzera, Norvegia e Città del Vaticano. Alle 2 di questa notte, tra sabato e domenica, l’orario cambierà e diventeranno dunque le 3. (agg. JC)
ORA LEGALE 2023: I BENEFICI
Quanto risparmieremmo se l’ora legale fosse permanente? Secondo le stime di Terna, società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, in sette mesi – quelli in cui sarà in vigore l’ora legale in Italia – verranno risparmiati circa 220 milioni di euro milioni di euro. Questo, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 410 milioni di kWh. Il minor consumo porterà inoltre ad un rilevante beneficio ambientale, con circa 200mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera in meno. Se l’ora legale fosse adottata in modo permanente, tutto l’anno, solo nel 2023 in Italia, sulla base delle attuali tariffe elettriche, il risparmio diretto in bolletta sarebbe di 382 milioni di euro, grazie a minori consumi di energia per circa 720 milioni di kWh, come sottolinea SkyTg24. (agg. JC)
CAMBIO ORA LEGALE: A CHE ORA SI MODIFICA
Puntuale come il ritorno delle rondini arriva l’ora legale 2023. Da 57 anni in Italia, a ottobre e marzo ci si sostituisce a Crono titano del tempo. Alle 2 della notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo avverrà il passaggio all’orario estivo, altra designazione per l’ora legale. Toccherà avanzare le lancette di un’ora, e saranno le 3, guadagnando un’ora di luce ma perdendo un’ora di sonno. Ogni anno nell’ultimo fine settimana del mese di ottobre e del mese di marzo, ritardiamo o anticipiamo le lancette degli orologi. Naturalmente per quelli sui cellulari e altri apparecchi collegati in Rete, il passaggio avviene automaticamente.
Il tema suscita da sempre un contraddittorio. I benefici sull’ambiente quali il minor consumo di elettricità – ora che le lampadine per legge sono a basso consumo – non sono poi così significativi, mentre questo cambio incide sui bioritmi delle persone alcune delle quali manifestano disturbi come l’aumento dello stress, fatica e malumore. Secondo una simulazione effettuata da Terna, il gestore nazionale delle reti elettriche, il massimo beneficio in termini di risparmi energetici verrebbe ottenuto con il mantenimento dell’ora legale tutto l’anno.
Di fatto la proposta di allungare le ore di luce naturale per risparmiare la cera delle candele risale a oltre 230 anni e appartiene allo scienziato e politico statunitense Benjamin Franklin. L’idea rimase lettera morta fino alla Grande Guerra quando venne adottata da Austria e Germania nello sforzo di risparmiare carbone per produrre energia elettrica. Il 30 aprile 1916 alle 11 di sera le lancette vennero spostate di un’ora avanti fino all’ottobre successivo. A ruota la misura venne adottata da Belgio, Danimarca, Francia, Italia, Lussemburgo, Olanda, Norvegia, Portogallo, Svezia, Turchia e Tasmania. All’incirca un mese dopo, il 21 maggio, fu il turno della Gran Bretagna. L’anno successivo si convinse anche l’Australia. Mentre si deve aspettare il 1918 per la sua adozione dagli Stati Uniti; ma la sua applicazione, delegata ai singoli Stati, avvenne a macchia di leopardo. Mentre durante la Seconda guerra mondiale il presidente Franklin Roosevelt instituì per legge l’ora legale tutto l’anno. Dal febbraio 1942 a settembre 1945, rimase in vigore l’orario “salva luce del giorno” soprannominato “Wat Time”. Poi finì nel dimenticatoio per ricomparire con il primo shock petrolifero. Mentre l’Italia l’aveva adottata già nel 1966. Nel 1980 l’ora legale venne adottata dall’insieme degli Stati dell’Unione, ma ciascuno sceglieva le sue proprie date. Una complicazione tremenda. Toccò aspettare il 2002 per l’armonizzazione dei calendari grazie alla Direttiva 2000/84/CE.
Il sistema che alterna 5 mesi di ora solare a 7 mesi di ora legale, oltre che in Unione europea, è adottato da una settantina di Paesi e in alcuni di questi, con territori di notevole estensione, l’ora legale scatta in modo asincrono, per esempio negli Stati Uniti, Canada e Brasile. Altri Paesi, tra cui Turchia, Russia, Egitto, Tunisia e Ucraina hanno invece deciso di abbandonare questi cambiamenti orari stagionali. Era l’intenzione anche dell’Unione europea messa alle strette da Paesi nordici i quali, in virtù della loro posizione geografica, nei mesi estivi non vedono particolare beneficio a un ulteriore allungamento delle giornate. A fine 2019 sembrava cosa fatta, ma poi l’emergenza sanitaria ha anteposto altre priorità e il dossier sull’abolizione dell’ora legale è scivolato in fondo alla pila sulla scrivania di un burocrate europeo. E ne riparleremo il 28 ottobre 2023.
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