CAMBIO DELL’ORA 2021: SI TORNA ALL’ORA SOLARE, L’ORA LEGALE È SEMPRE DIVISIVA…
DALL’ORA LEGALE ALL’ORA SOLARE 2021. Questa notte, e precisamente alle 3:00, le lancette dell’orologio si sposteranno indietro di un’ora. Si torna di nuovo all’ora solare 2021. Un’ora di più di sonno e più luce naturale alla mattina. L’ora legale è un tema sempre divisivo. Questa prossima domenica avrebbe dovuto essere, a rigor di norma europea, l’ultima volta dell’ora legale. Invece non è così e ricomparirà domenica 27 marzo 2022. Ma procediamo con ordine in questa ingarbugliata vicenda che mobilita a Bruxelles fior fiore di portatori di interesse, da quando nel 1998 avvenne l’armonizzazione dell’ora legale tra i Paesi europei.
Nonostante i benefici in termini di scambi, trasporti e comunicazioni, permane una forte resistenza soprattutto da parte di Finlandia, Germania e Spagna che guidano il fronte contrario al passaggio all’orario estivo considerato nocivo per la salute e solo marginalmente economicamente utile.
Non riuscendo a venirne a capo e pressati da più parti, nel febbraio 2018 il Parlamento europeo lancia un sondaggio online. Il verdetto è inappellabile: sui 4,6 milioni di internauti che hanno partecipato, 80% si esprime contro il cambio di orario per mantenere l’ora legale tutto l’anno!
PROPOSTA ABOLIZIONE CAMBIO DELL’ORA: DALL’ORA LEGALE ALL’ORA SOLARE
La Commissione redige a stretto giro una direttiva, alquanto pilatesca: viene proposta l’abolizione del cambio, lasciando scegliere agli Stati membri se aderire all’ora legale o mantenere quella solare. Nel 2019 il Parlamento vota per concludere il cambiamento orario con l’anno 2021. Ma poi tra Brexit e pandemia, senza contare le difficoltà logistiche di tanti Stati interconnessi, la questione viene archiviata e mai sottoposta all’approvazione del Consiglio Ue dei 27 come richiesto dalla prassi.
Comunque, la “futile” faccenda dell’ora legale non è in cima all’agenda politica europea impegnata ora a fronteggiare decisioni delicate per garantire la sicurezza energetica di un continente alle prese con un mercato del gas fuori controllo. Strozzature nella disponibilità della materia prima e impennata di prezzi. La Commissione lavora a un’ipotesi di acquisti collettivi di gas, dal quale tuttora dipende circa un quarto dei consumi primari complessivi dell’Unione.
Una centrale di acquisto, oltre a richiedere tempi lunghi, non è neppure una soluzione per rimuovere le debolezze strutturali del mercato del gas che dipende eccessivamente dalla Russia, la quale, ora, per il fatto di accondiscendere ad aumentare il numero di contratti a breve si fa passare per “salvatrice dell’Europa”. Rimane il fatto che se il gas manca quest’inverno non è per colpa dei mancati investimenti nelle rinnovabili. Da oltre un quarto di secolo l’Europa investe nel solare ed eolico, ma le rinnovabili non riescono a bilanciare la domanda di gas che copre il 40% del fabbisogno energetico dell’Italia, per esempio. Pannelli e pale non riescono a fornire l’energia né per volumi, né nelle modalità di cui hanno bisogno – adesso e nei prossimi mesi – fabbriche, abitazioni, ospedali o trasporti.
A queste criticità strutturali, si aggiungono tattiche di correttivi sui prezzi. Dopo due interventi contingenti sul caro energia, il Governo Draghi ha approvato con la Manovra 2022 un fondo di due miliardi per compensare i rincari sulle bollette del gas e della luce da qui alla prossimo primavera. Quando appunto il 27 marzo si tornerà all’ora legale.
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