È uno sfogo doloroso, con la morte ancora nel cuore, quello che affida ad un post su Instagram Beatrice, la sorella di Camilla Canepa: il caso della ragazza 18enne morta dopo aver ricevuto il vaccino AstraZeneca lo scorso 10 giugno, è tornato di strettissima attualità dopo i risultati dell’autopsia giunti venerdì che hanno confermato la causa del decesso dovuta agli effetti avversi del vaccino anti-Covid.



«Era sana”, sono bastata queste due parole per acuire in me un dolore mai sopito», scrive Beatrice Canepa sui propri canali social in “commento” della notizia di cronaca emersa due giorni fa. Camilla è morta per trombosi nel giro di pochissimi giorni, vaccinata il 25 maggio, 3 giugno in ospedale, dimessa una prima volta per poi tornare dopo pochi giorni per una tremenda trombosi al seno cavernoso: le condizioni disperate non sono migliorate dopo l’operazione alla testa e il 10 giugno è purtroppo nata al Cielo.



LO SFOGO DELLA SORELLA DI CAMILLA: “UN DOLORE INCOMMENSURABILE”

«Poi non è una novità che mia sorella fosse sana. Lo sapevamo tutti. Da sempre. E Dio solo sa quanto male faceva, nella drammaticità del lutto che da giugno ha cambiato per sempre le nostre vite, leggere continuamente di presunte “malattie pregresse», lamenta Beatrice Canepa, 25 anni, l’unica della famiglia a commentare dopo il dignitosissimo silenzio mantenuto dai genitori fino ad oggi. La sorella è affranta, delusa e addolorata, ma non per questo scomposta nei toni che rimangono per l’intero post molto lucidi e validi: «Oltre a provare un dolore incommensurabile, quasi fisico, per l’immenso assurdo vuoto lasciato dalla scomparsa di mia sorella, perdevo ogni giorno di più la fiducia verso il prossimo», continua Beatrice, protagonista della “lotta” per far emergere la verità sulla morte dell’amata sorellina. I periti medico-legali della Procura di Genova hanno rilevato solo una “familiarità” con la piastrinopenia – livello di piastrine troppo basse nel sangue – che non significa affatto che Camilla potesse essere malata prima di scegliere di fare il vaccino (volontariamente in quanto maggiorenne). «La morte ragionevolmente è da riferirsi a effetti avversi della vaccinazione», hanno dunque scritto i consulenti dei pm Stefano Puppo e Francesca Rombolà. Beatrice parla di «infondate illazioni» per le cronache di quei mesi, ora però «sono state ufficialmente sbugiardate tornerò a pensare alla Cami con la devozione che merita, senza più distrazioni. Quello che eravamo noi due insieme non lo so descrivere». La chiusura è affidata al ricordo della sorella, con un dolore davvero comprensibile per chiunque ne legga un estratto: «Ho avuto la fortuna di avere accanto la migliore delle sorelle possibili. Accettare l’assurdità di quanto le è accaduto mi sembra un traguardo ancora molto lontano, probabilmente irraggiungibile. Ma tenere vivo il ricordo della straordinaria ragazza che era e dell’incredibile segno che ha lascito nelle nostre vite trovo invece sia doveroso».