I membri del Comitato tecnico scientifico (Cts) sono stati interrogati dalla procura di Genova nell’ambito della morte di Camilla Canepa, la 18enne di Sestri Levante dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Una svolta importante nell’indagine rimasta segreta per settimane e di cui ora parla Repubblica. Oltre ad aver sentito l’organo più importante creato durante l’emergenza Covid, sciolto lo scorso 30 marzo con la fine dello stato di emergenza, i pm Stefano Puppo e Francesca Rombolà hanno acquisto i documenti e le circolari dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e del ministero della Salute.



C’è comunque massimo riserbo sui nome dei tecnici, chiamati come persone informate sui fatti. Ma tra le indiscrezioni emerse c’è pure l’oggetto degli interrogatori: il verbale numero 17 della riunione che si tenne il 12 maggio 2021 presso il dipartimento della Protezione Civile. Il Cts in quell’occasione non rilevò «motivi ostativi a che vengano organizzate dalle differenti realtà regionali o legate a provincie autonome, iniziative, quali i vaccination day, mirate a offrire, in seguito ad adesione/richiesta volontaria, i vaccini a vettore adenovirale (come AstraZeneca e Johnson&Johnson, ndr) a tutti i soggetti di età superiore ai 18 anni».



DOMANDE SU RIUNIONE CTS DEL 12 MAGGIO 2021

Venne così dato il via libera alle Regioni, sebbene quel vaccino fosse indicato per gli over 60, dopo i rarissimi casi di trombosi cerebrale associata a livelli di piastrine basse (la cosiddetta sindrome “Vitt”, fatale per Camilla Canepa). Quel verbale acquisito dalla procura di Genova è firmato in particolare dal professor Franco Locatelli, coordinatore, e dal segretario verbalizzante Sergio Fiorentino. Al vertice però parteciparono tutti i componenti del Cts: il portavoce Silvio Brusaferro, Sergio Abrignani, Cinzia Caporale, Fabio Ciciliano, Donato Greco (che interruppe il collegamento prima degli altri), Giuseppe Ippolito, Alessia Melegaro, Giorgio Palù (presidente Aifa) e Giovanni Rezza (direttore generale della Prevenzione sanitaria presso il ministero della Salute).



Anche se l’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha sempre autorizzato il vaccino AstraZeneca dai 18 anni in su, nel verbale del Cts si esamina la relazione della stessa Ema del 23 aprile 2021, dal titolo “Visual Risk Contextualisation“. Il 12 maggio il Cts scrive che «il numero di casi ogni 100mila persone che sviluppano i fenomeni trombotici sopra menzionati, risulta pari a 1.1, mentre il numero di morti dovute a Covid-19 prevenibili è pari a 8 ogni 100mia persone».

L’ANALISI DELLA RELAZIONE DELL’EMA SU ASTRAZENECA

Invece, in un contesto epidemiologico dove la circolazione del Covid è bassa, «il numero di casi ogni 100mila persone che sviluppano i fenomeni trombotici sopra menzionati, rimane, ovviamente, pari a 1.1, mentre il numero di morti dovute a Covid-19 prevenibili scende a 1». Nella relazione originale dell’Ema vengono sì riportati questi numeri, ma il Cts nel verbale ha tenuto conto solo della fascia 50-59 anni, generalizzando i dati, come riportato da Repubblica. Nelle altre fasce d’età, infatti, i numeri cambiano.

Ad esempio, nella fascia 20-29 anni, il numero di morti da Covid atteso è pari a 0, mentre il rischio di trombosi associato a livello di piastrine basse sale a 1.9 ogni 100mila. Di fatto, dopo il via libera del Cts, non tutte le Regioni attivarono gli Open Day con AstraZeenca. Camilla Canepa per si vaccinò volontariamente a Chiavari il 25 maggio. Il 3 giugno andò per la prima volta in pronto soccorso a Lavagna con cefalea e fotofobia. Sottoposta a Tac cerebrale ed esame neurologico, entrambi negativi, fu dimessa. Il 5 giugno tornò in pronto soccorso con deficit motori ed esami stavolta chiari, quindi fu trasferta al San Martino di Genova dove i medici lottarono per salvarle la vita, riscontrando però il decesso il 10 giugno.