Con un post sui social Benedetta Canepa, la sorella di Camilla, morta a giugno a causa del vaccino anti-Covid-19, ha commentato l’esito dei lunghi approfondimenti medici sulla salute della sorella, approfondimenti che hanno condotto ad un nulla di fatto: “era sana”.
Con queste parole Benedetta riprende la parola e chiede pace per il proprio dolore, un dolore che emerge ancor più drammatico, in quanto la figura di Camilla non può più essere avventatamente accostata a nessuna delle presunte malattie pregresse che in questi mesi hanno continuato ad essere citate come la vera causa della morte della ragazza. Camilla è morta per una reazione al vaccino. Il dato di fatto non è uno schiaffo ad alcuna delle due squadre che si sono fronteggiate attorno alle sue spoglie, ma è semplicemente la verità con cui la sua famiglia dovrà convivere per tutta la vita, cercando i propri silenzi, le proprie risposte, la propria verità.
In un tempo tremendo, in cui gli eserciti si affrontano sul palcoscenico dei mass media e sul terreno della verità, siamo diventati così crudeli, così ottusi, da non percepire più il dolore di un padre, di una madre, di una sorella, che non hanno bisogno di sapere per quale squadra fare il tifo, ma di conoscere chi potrà fermare il proprio dolore, chi potrà abbracciare le proprie lacrime, chi potrà riportare speranza dove oggi c’è solo inquietante desolazione.
Anche se conoscessi chi ha tutte le ragioni del mondo, e potessi sostenerlo, votarlo, farlo vincere, ciò non mi renderebbe più felice neppure per un istante, per un secondo, per un minuto. Perché ciò che ci rende felici non è la vittoria in battaglia, ma l’amore al di là di ogni guerra, il sacrificio al di là di ogni presunzione. A che cosa serve all’uomo guadagnare il mondo intero, trionfare e abbattere ogni nemico, se poi non ha più nessuno con cui vivere? Io non temo di stare dalla parte dei perdenti, io temo la solitudine dei vincitori. Quel dolore e quel silenzio che riempie, anche stasera, la camera di Camilla e che – Dio solo sa come – vive tutti i giorni nella stanza accanto a quella di Benedetta.
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