Che Camillo Langone non sia tipo diplomatico era cosa nota, ma l’opinionista c’è andato davvero giù pesante nel suo ultimo articolo su “Il Foglio” contro Chef Rubio, il cuoco nato a Frascati, con un passato da rugbista professionista. Langone va all’attacco:”Al solo sentirlo nominare, Chef Rubio mi causa irritazione, erubescenza. Credo che se mangiassi qualcosa di suo mi verrebbe subito un’afta. Ammesso che qualcosa di suo sia possibile mangiare: a differenza di Bottura che parla e parla ma un ristorante, per quanto poco frequentabile, lo possiede, Rubio non ha un locale, nemmeno una di quelle trattoriacce per camionisti che gli piacciono tanto, manco uno di quei chioschi luridi che sono la sua passione”. Secondo Langone, Chef Rubio è “un cuoco televisivo e internettiano, puramente mediatico”, al punto che l’opinionista scommette: “Immagino cucini per sé e per i suoi cari, non saprei dire se beati loro o dannati loro perché giudicare un cuoco dai ricettari è come giudicare un politico dai programmi elettorali. A parole siamo capaci tutti”.



CAMILLO LANGONE CONTRO CHEF RUBIO

Camillo Langone parte dall’analisi del menù tipo di Chef Rubio per sviluppare un’analisi politica e umana del cuoco:”Supplì all’ amatriciana, linguine alla sorrentina, costate con cipolle… Roba antica, roba pesante, roba che poi ci vuole il caffè, l’ ammazzacaffè, il bicarbonato e infine il rutto liberatorio. Qualcosa tra Aldo Fabrizi e Paolo Villaggio se non fosse che Gabriele Rubini, nome anagrafico, lo trovi su Twitter, non su “Techetechetè”. Qualcosa tra Aldo Fabrizi e Paolo Villaggio e Matteo Salvini, allora: lo Chef e il Capitano sono accomunati dagli pseudonimi duceschi, dalla bulimia social e dalle scorpacciate grossolane. Entrambi italiani veri, pensando molto a mangiare”. Tra Salvini e Chef Rubio, però, Langone sembra preferire il primo:”Eppure fra il già comunista padano e il tuttora comunista frascatano (il cuoco è nato nei Castelli Romani) qualche differenza ci deve pur essere, altrimenti non esisterebbe questo malevolo ritratto. Salvini è l’ultima raffica dell’ uomo bianco, Rubio è la prima forchettata dei Mori invasori. Mi pare una buona sintesi, confermata dal profilo Twitter di colui che si definisce “Independent Chef, FoodFighter, Director, Photographer, Writer, Tv presenter” (fra romanesco e inglese il tempo per l’ italiano non si trova mai). Soltanto a luglio, e il mese non è ancora finito, il ministro dell’Interno viene definito “piscialletto”, “cagasotto”, “codardo”, “bozzo inutile”, “coglione” oppure, forse citando il Belli o forse Bombolo, “cojone”, e poi “maiale”, “pupazzo” (molte volte), “FelpaPig” (moltissime volte)… Tutto perché Salvini sta tentando di difendere i confini nazionali, concetto che il food fighter proprio non tollera: “Confini e frontiere non sono la stessa cosa, ma tutti e due generano sofferenza”. Langone conclude:”Il livello gastronomico di Chef Rubio è ignoto, quello linguistico invece è chiarissimo. Quando non insulta Salvini insulta Netanyahu, “uomo di merda spalleggiato da tanti altri maiali”. Anche Israele ha la colpa di difendere i propri confini (più efficacemente dell’Italia, in verità) e dunque agli occhi del cuoco che non cucina ma combatte è un “non stato assassino, mostro sionista che da più di cento anni taglieggia il mondo”.

Leggi anche

Raffaella Carrà: chi è il marito, quanti figli ha adottato/ Gianni Boncompagni e Sergio Japino i grandi amoriLoretta Goggi, chi è marito Gianni Brezza e perché non ha avuto figli/ "Fede mi aiuta ad affrontare il lutto"