Whirlpool chiude lo stabilimento di Napoli e manda 340 lavoratori a casa, mentre Napolitrans non trova 60 camionisti che sarebbe disposta a pagare 3mila euro netti al mese. Il problema è che chi non ha lavoro non può permettersi di fare la patente E, visto che costa 6mila euro. Allora Whirlpool fa sapere di essere disponibile a farsi carico delle spese per la patente, se alcuni suoi dipendenti di Napoli fossero interessati a candidarsi per quel posto di lavoro. Ovviamente non tutti i 340 in uscita potrebbero avere le caratteristiche necessarie, ma sarebbe giù un buon inizio, anche perché Napolitrans non è l’unica società a cercare autisti.



Infatti, l’associazione delle imprese del settore aderente a Confindustria, Anita, stima che mancano 17mila persone. Peraltro, è un problema molto forte in tutta l’Unione europea. «Sono convinto che molto si potrebbe fare, per esempio, introducendo la possibilità di fare un tirocinio nelle aziende di autotrasporto mentre si sta frequentando il corso per acquisire la patente», ha dichiarato Gerardo Napoli, amministratore unico di Napolitrans, al Corriere della Sera.



CAMIONISTI MANCANO? “AFFIDARSI ANCHE A DONNE”

Affidarsi ad autisti stranieri può essere una soluzione al problema nell’immediato, quindi in emergenza. «Il punto è che oggi per fare il camionista servono conoscenze in diversi campi, dal digitale alla fisica, alle normative sulla consegna e conservazione delle merci. Si tratta di un mestiere di grande responsabilità che andrebbe fatto con il diploma, non soltanto con la terza media», ha spiegato Claudio Carrano, titolare di Infogestweb, società che ha inventato Golia, una piattaforma di servizi che consente di gestire le flotte e di monitorare il tempo passato al volante affinché sia in linea con le direttive europee. La proposta, come spiegato al Corriere della Sera, è di «formare seriamente i percettori di reddito di cittadinanza adatti a fare questo mestiere. E poi realizzare politiche attive per indirizzare i lavoratori in uscita da aziende in crisi».



Ma non mancano violazioni e tachigrafi truccati. «In realtà le aziende che lavorano in modo corretto, grazie anche agli strumenti digitali, prima di tutto distribuiscono meglio il lavoro e prendono meno multe e sanzioni». Infine, Carrano ritiene che si debba promuovere l’ingresso delle donne: «In Svezia sono il 23% da noi il due. Per muovere un camion non servono i muscoli ma intelligenza e prudenza. E le donne ne hanno da vendere».