cMONS. CAMISASCA RICORDA IL PROF. GRYGIEL: “CONTINUA LA SUA OPERA PER IL BENE”
Tra i tanti che hanno voluto omaggiare in questi giorni il grande filosofo, teologo e professore polacco Stanislaw Grygiel scomparso il 20 febbraio scorso a Roma, oggi su “Il Foglio” appare un bel ritratto offerto dal vescovo emerito di Reggio Emilia, Mons. Massimo Camisasca. Conosciuto ad inizi anni Ottanta proprio tramite le comuni conoscenze con l’entourage di Papa Giovanni Paolo II, Grygiel con la moglie Ludmila ha rappresentato una delle tante giovani famiglie che il Santo Karol Wojtyla volle riunire attorno a sé in un sincero e fraterno legame di amicizia, misto a insegnamento e sostegno nella Diocesi di Cracovia. Una volta eletto Papa, Giovanni Paolo II, volle convocare a Roma i tanti amici che vivevano nel matrimonio l’esperienza di fede cristiana fresca e giovane: «La filosofia di Grygiel nasce dalla meditazione dei testi di Platone, in particolare del Convivio, dove egli scopre strettamente congiunti il tema della dialogicità dell’Essere come Amore, sviluppato anche come differenza sessuale alla luce dei primi capitoli della Genesi. Di essi Giovanni Paolo II avrebbe dato una magistrale lettura nella sua Teologia del corpo che avrebbe occupato le udienze dei primi anni di pontificato», scrive su “Il Foglio” Mons. Camisasca.
Come racconta ancora il prelato, Grygiel ha saputo muoversi da dotto filosofo nell’insegnamento e nello studio del cristianesimo legato allo sviluppo e al confronto con la cultura classica. «Ho debito di gratitudine immensa verso Grygiel che ci ha lasciati in questi giorni, ma che certamente continua dal Cielo la sua opera per la Verità e la Carità nella Chiesa e nel mondo», aggiunge Camisasca nel definire Grygiel come un eccezionale «sostenitore della Verità e del Bene che risplendono nella bellezza della vita e delle cose. Verità e Bene che non possono essere cancellati neppure dal potere più tirannico o dalla lontananza più estrema».
“GRYGIEL CON GIOVANNI PAOLO II IN DIALOGO CON LA VERITÀ”: PARLA IL VESCOVO CAMISASCA
Tra i tanti insegnamenti messi in pratica dal filosofo e teologo polacco, in dialogo costante con San Giovanni Paolo II, vi è l’allarme messo in atto con largo “anticipo” sul progressivo offuscarsi della presenza di Dio in Occidente. Ricorda Camisasca citando Grygiel, «Laddove l’uomo non si riconosce più come creatura, laddove non accetta la propria fragilità e si proclama Dio, inaugura una strada di infelicità. In realtà, questa divinizzazione di sé esiste soltanto per alcuni potenti della industria tecnologica, dell’economia e della comunicazione che schiavizzano i popoli e i singoli facendo loro credere di essere liberi». Sempre a “Il Foglio” Mons. Camisasca ricorda un altro momento fondamentale della produzione di Stanislaw Grygiel in pieni anni Novanta, quando cioè su richiesta del Pontefice, l’amico teologo divenne docente e vicepresidente dell’Istituto Giovanni Paolo II.
«Di quell’Istituto, Grygiel assieme a Caffarra e Scola era uno dei fondatori. Fu un’esperienza estrema- mente singolare e feconda di scuola vera, di dialogo incessante tra la Verità, l’insegnamento e l’apprendimento, tra docenti e studenti a cui Grygiel ha dedicato tutte le sue energie intellettuali e morali», ricorda ancora il vescovo emerito di Reggio Emilia. La riflessione di Grygiel nasceva, conclude Camisasca, dalla condivisione della vita e dal gusto per la bellezza disseminata da Dio nel mondo: «Quelle forme di bellezza e di comunione che sono l’anticipazione della vita definitiva. Ora Stanislao riposa nella sua terra polacca e certamente continuerà a lavorare per la vera resurrezione della cultura europea e per l’unità dei popoli del nostro continente per cui, assieme a san Giovanni Paolo II, ha così tanto pensato, lavorato, insegnato e combattuto».