La Campania presto potrebbe risolvere il suo storico problema coi rifiuti. La Regione, come riportato da Avvenire, ha avviato un piano per dare al territorio un ciclo integrato, la cui assenza in passato ha provocato non solo problemi alla popolazione ma anche ben sei multe severe da parte dell’Unione Europea all’Italia, per un totale di oltre 300 milioni di euro.
Il progetto prevede una raccolta differenziata al 65% e un numero di impianti di compostaggio capaci di smaltire 745 mila tonnellate di frazione organica. È quest’ultima la sfida più grande, dato che l’80% di questo materiale viene smaltito fuori dalla zona di riferimento. Nei siti di stoccaggio in tal senso ci sono ancora stipate diverse ecoballe. Nel napoletano attualmente ci sono due impianti dedicati specificatamente allo smaltimento di queste ultime. Il primo inaugurato a Caivano nel 2021, che ne riceve 400 mila tonnellate all’anno. Il secondo, aperto nel 2022 a Giugliano, che ne tratta la metà. Le stime prevedono che entro il 2026 tutto il materiale verrà esaurito. Le tempistiche sono meno certe però per quanto riguarda il ciclo completo dei rifiuti.
Campania, lotta contro i rifiuti: presto un ciclo integrato, come funziona
Il piano della Campania contro i rifiuti soddisfa le autorità competenti, che sperano possa essere attuato nel più breve tempo possibile. “Ora è tempo di capitalizzare l’esperienza negativa del passato. Per farlo, occorre capovolgere del tutto il modello di gestione di rifiuti che ha prodotto le emergenze, ma anche quello adottato negli anni successivi, che ha puntato tutto sul termovalorizzatore e sullo smaltimento della frazione secca. Intanto, bisogna dare priorità alla differenziata: una buona raccolta differenziata riduce di molto la necessità di smaltire i rifiuti e può dare benefici economici alla regione. Questo si può e si deve fare, anche lì dove la differenziata ha già raggiunto buone percentuali. Va poimigliorata la performance di Napoli, ancora lontana, col suo scarso 40%, da percentuali accettabili”, ha affermato l responsabile scientifico di Legambiente Campania, Giancarlo Chiavazzo.
Ma non solo. “Inoltre, vanno costruiti gli impianti di compostaggio per il trattamento della frazione organica, che costituisce un terzo dei rifiuti prodotti. Qualche passo in avanti si intravede in questa direzione – tra poco apriranno un impianto a Tufino, nel Napoletano, e un altro a Eboli, nel Salernitano −, ma bisogna accelerare, perché portare fuori regione l’80% dell’organico prodotto in Campania ha un alto costo ambientale e anche economico”, ha concluso.rifi