Le scosse di terremoto ai Campi Flegrei non devono suscitare paura, ma indurre una maggiore consapevolezza del fenomeno. A suggerire questa chiave di lettura è Nello Musumeci, ministro della Protezione civile e del Mare, secondo cui si potrebbero pianificare più esercitazioni nelle aree più a rischio. Anche se sono programmate quelle del 30-31 maggio, seppur per una parte della popolazione di Pozzuoli, e a ottobre si terrà un’esercitazione più grande, ne servono altre. “Spero che la Regione o ciascun Sindaco si premuri ad organizzare esercitazioni finalizzate a verificare la pianificazione comunale di protezione civile e a diffonderne la conoscenza tra i cittadini”, ha dichiarato nell’intervista rilasciata a Il Mattino, rimproverando i governi precedenti di non aver “prestato l’attenzione necessaria al bradisismo di quell’area”.



Invece, il governo Meloni ha avviato un percorso che non crea “inutile allarmismo”, pur nella consapevolezza della vicinanza con un vulcano. Di fatto, le esercitazioni, sia quelle nazionali sia quelle organizzate a livello locale, rientrano secondo Musumeci in un piano più grande che coinvolgerà anche scuole, imprese e media. A proposito dell’analisi di vulnerabilità, stanno proseguendo i sopralluoghi, anche più rapidamente del previsto, assicura il ministro. Infatti, sono stati effettuati già circa 4mila sopralluoghi. Ma l’attenzione non è rivolta solo al bradisismo, “che è la causa della più diffusa preoccupazione tra la gente”: si lavorerà ad un programma per affrontare il rischio idrogeologico.



GEOLOGI PRONTI A COLLABORARE CON MUSUMECI

Per quanto riguarda il Piano del mare, approvato a luglio 2023 dal governo Meloni, ci sono lavori in corso per raggiungere i primi obiettivi. Nello Musumeci a Il Mattino rivendica l’imminente risultato: “Saremo i primi in Europa ad essersi dotati di regole sulle attività nel dominio sottomarino, pronti a confrontarci con Bruxelles”.

All’indomani dell’intervista, il presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania, Egidio Grasso, accoglie con soddisfazione le dichiarazioni di Musumeci sul piano per il rischio idrogeologico ai Campi Flegrei da sviluppare e fa sapere al quotidiano partenopeo che è stata manifestata già la “disponibilità a collaborare e operare”. Infatti, stanno fornendo il loro contributo al coordinamento delle attività ai Campi Flegrei, ma sono pronti anche ad eseguire “verifiche di tipo geologico, geotecnico e sismico nonché per tutte le altre attività necessarie”.



CAMPI FLEGREI, GLI STUDI SUL RISCHIO IDROGEOLOGICO

A proposito del rischio idrogeologico, bisogna aggiornare le carte del rischio e approfondire le zone dove avvengono le frane. Non basta lo studio del CNR, che ha creato un catalogo con le informazioni sulle 2.302 frane tra il 1828 e il 2017, sebbene i dati raccolti siano importanti. Lo dimostra un altro studio, quello del DISTAR, che segnala come oltre il 15% dei Campi Flegrei sia soggetto al rischio di frane. Considerando l’urbanizzazione intensa di quest’area, il rischio è molto alto.

I monitoraggi e le opere di contenimento sono stati sollecitati anche alla luce della crisi bradisismica, che potrebbero alterare l’equilibrio dei versanti in frana. Infatti, se i Campi Flegrei sono monitorati h24 dal punto di vista vulcanico e sismico, invece l’attenzione sul rischio idrogeologico è più bassa. Lo studio del CNR del 2023 conferma che il rischio è “attualmente sottovalutato sia tra la comunità scientifica che tra la popolazione”.