La situazione ai Campi Flegrei continua a spaventare i numerosi cittadini – circa 500mila persone – che vivono sopra e nei pressi della caldera che si estende dal Monte di Procida fino a Posillipo, includendo una vasta parte nell’arcipelago di Pozzuoli: il bradisismo continua a farsi sentire regolarmente, con terremoti che variano di intensità e che continuano ormai di diversi mesi, con l’ipotesi (mai accreditata dalla Protezione civile) che a breve potrebbe verificarsi una nuova eruzione. Tutti argomenti – dalla storia alla confermazione dei Campi Flegrei, fino ai dati sul bradisismo e sul rischio eruzione – trattati in un mini-documentario pubblicato dalla Protezione civile nelle ultime ore e che trovate in calce a questo articolo.
Sorvolando sulla storia e la conformazione geologica della caldera di uno dei vulcani più estesi (e pericolosi) d’Europa – a cui abbiamo dedicato un approfondimento poche settimane fa, che trovate semplicemente cliccando su queste parole – è interessante notare ancora una volta che l’area dei Campi Flegrei è interessata da due fenomeni: da un lato l’ormai famoso bradisismo, che è il lento sollevamento ed abbassamento del suolo all’origine dei terremoti a cui assistiamo con sempre più frequenza; mentre l’altro – ovviamente – è l’eruzione vulcanica.
Cosa prevede il piano di intervento e prevenzione dei rischi bradisismici ai Campi Flegrei
Come ricorda la Protezione civile, è importante tenere a mente che l’ultima (violentissima) crisi bradisismica risale agli anni ’80, quando centinaia e centinaia di residenti furono costretti ad abbandonare la loro case con migliaia di terremoti che interessavano tutta l’area dei Campi Flegrei; mentre l’attuale fase di sollevamento è iniziata già nel 2005, e rispetto agli anni ’80 sono cambiate molte cose, a partire dall’apposita Commissione grandi rischi che ha disegnato già da anni due aree di intervento e rischio; ma arrivando anche al potenziamento del monitoraggio, delle azioni di prevenzione e di quelle di risposta alle crisi.
Importanti – tra le tante azioni promesse per evitare scenari apocalittici ai Campi Flegrei – il monitoraggio gratuito della vulnerabilità degli edifici privati che porterà allo stanziamento delle risorse necessarie per gli interventi anti-sismici; ma anche il cosiddetto ‘Piano speditivo di emergenza’ che designa tre scenari operativi in base ai rischi, con una serie di risposte (come la messa in sicurezza degli edifici; la rimozione di detriti e macerie; il soccorso e l’allontanamento dei residenti) che verranno messe in campo con l’intensificarsi del pericolo bradisismico dei Campi Flegrei.
Campi Flegrei. quanto è probabile un’eruzione e come ci si dovrebbe comportare?
Ma cosa succederebbe in caso di eruzione ai Campi Flegrei, e quanto è concreto il rischio? La risposta arriva ancora una volta dal mini-documentario della Protezione Civile, che ricorda come l’ultima eruzione risalga addirittura al 1538 e che non ci sia una risposta precisa su quando potrebbe verificarsene una nuova. Comunque sia, anche in questo caso sono state create due diverse aree di rischio: nella zona rossa – in cui si prevedono i cosiddetti flussi piroclastici – sono incluse tutte le are da Bacoli fino a San Ferdinando, a Marano di Napoli e a Giuliano in Campania; mentre nella gialla – con piogge di lapilli e ceneri – sono incluse tutte le zone ad Est della caldera e alcuni comuni di Napoli.
Tornando alle ipotesi sulla prossima eruzione, seppur sia impossibile prevederla con un larghissimo anticipo, una risposta tempestiva alla preoccupata popolazione arriverà grazie ai sistemi di monitoraggio dell’attività di vulcano, anche qui con quattro livelli di allerta da verde a rosso: attualmente – e a partire dal 2012 – i Campi Flegrei sono in allerta gialla.
L’ipotesi di un’eruzione aprirebbe a scenari veramente apocalittici, ma è proprio il piano di prevenzione messo in atto dalla Protezione Civile che potrebbe aiutare a prevenirli, disponendo l’evacuazione immediata e tempestiva della popolazione a rischio e il divieto di ritorno dell’area rossa fino a nuova indicazione: i cittadini potranno scegliere dove alloggiare, con costi coperti dallo stato; oppure affidarsi alle sistemazioni messe a disposizione dalla Protezione Civile. In zona gialla – invece – gli eventuali allontanamenti saranno disposti solo d’urgenza a fronte dei rischi, mentre per ora è previsto già il divieto di aprire le finestre o bere l’acqua dei rubinetti, con il consiglio di uscire di casa solamente con Campi Flegrei e senza usare veicoli a motore.