Gli eventi sismici nella zona dei Campi Flegrei continuano a susseguirsi e non è utopico dire che “il vulcano può esplodere”, anche se questo scenario appare il più drammatico e si spera remoto. “Previsioni certe non siamo in grado di farne”, ha chiarito come riportato dal Messaggero la Commissione Ambiente e Grandi Calamità Naturali riunitasi ieri alla Camera. Anche se è da tempo che la situazione viene monitorata.
“Dal 2005 è iniziata una fase di lento sollevamento del suolo che ad agosto 2023 ha raggiunto circa 113 centimetri nell’area del Rione Terra, mentre il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione permane a circa 15 millimetri al mese, sebbene negli ultimi 10 giorni ci sia stata un’accelerazione che potrà essere quantificata solo prossimamente”, ha affermato la direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Ingv Francesca Bianco. Allo stato attuale, ad ogni modo, “non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni del sistema a breve termine”.
Campi Flegrei, “vulcano può esplodere”: il parere degli esperti
L’Ingv, a proposito dei Campi Flegrei, ha precisato che per il futuro potrebbero prospettarsi due scenari. “Al momento è impossibile capire come si evolverà la situazione. Lo scenario meno critico è una situazione analoga alla crisi del 82-84, cioè che si ferma; quello più critico un’eruzione come quella del Monte Nuovo. Il riferimento in questione è a quanto accadde nel 1538.
In quella occasione, dopo un violento terremoto, infatti, si aprì una bocca eruttiva sul fondale marino, a circa 3 chilometri da Pozzuoli. Successivamente ci fu l’eruzione vera e propria dalla bocca principale, posta sul rilievo emerso dalle acque poche ore prima. Da lì iniziarono ad essere espulse grandi quantità di materiali incandescenti come pomici e ceneri. Una dinamica disastrosa che, se dovesse ripetersi, causerebbe un vero e proprio dramma. È per questo motivo che l’attenzione è massima.