Can Yaman, dopo l’assenza a Venezia 80 incombe il peso di una denuncia
Il destino sembra ora dirsi avverso a Can Yaman, che all’altra faccia della medaglia del successo -dopo la misteriosa assenza al Festival del cinema di “Venezia 80” -subisce una dura accusa. L’attore turco naturalizzato italiano, diventato popolare in Italia per aver prestato il volto al ruolo protagonista in diverse fiction TV di successo sulle reti Mediaset di cui si annovera Daydreamer-le ali del sogno, é denunciato a Civita Castellana, secondo quanto ripreso online su La Repubblica.
“Era una furia. Mi ha aggredita perché tenevo la musica alta in negozio”, rilascia tra le dichiarazioni choc l’accusa di una commerciante ai danni del divo turco. Il fatto si sarebbe verificato nel mezzo delle riprese per la serie TV al secondo sequel in arrivo su Canale 5 e in streaming su Mediaset play, Viola come il mare 2, con l’attore turco sbarcato nel paesino in provincia di Viterbo con l’ex miss Italia Francesca Chillemi. E la commerciante rimarca sull’attore: “Hanno dovuto fermarlo in quattro, ho avuto paura”.
Barbara Nelli, questi il nome e il cognome della donna che taccia Can Yaman di aggressione, é la titolare di un negozio di abbigliamento sito in piazza Matteotti.
Secondo la ricostruzione dei fatti della commerciante riportata in origine a Il Messaggero, Yaman “è entrato nel negozio come una furia dicendomi di spegnere la musica”. Il volume dell’audio avrebbe messo a dura prova il lavoro degli attori sul set, impedendo al cast degli interpreti, inclusa l’ex miss Italia Francesca Chillemi, le condizioni di prestare la giusta concentrazione sulle battute. Tanto da provocare il gesto d’ira di Can Yaman che la commerciante denuncia:“Hanno dovuto trattenerlo in quattro perché voleva avventarsi contro di me – rincara la dose la Nelli – ha anche dato un calcio a una delle persone che tentavano di tenerlo fermo. Io mi sono spaventata moltissimo”.
La serie tv sbarca con il cast a Civita Castellana, paesino in provincia di Viterbo. Il 4 settembre 2023 è il giorno in cui avviene l’iter per l’allestimento del set. Piazza Matteotti viene interdetta al traffico e i negozi sono costretti a chiudere, per l’approdo dei protagonisti di Viola come il mare 2. “Il mio negozio si trova proprio dove si svolgevano le riprese – prosegue la sconvolgente verità dell’accusa sull’affaire Can Yaman– per questo da lunedì non ho potuto accogliere clienti, né ho avuto la possibilità di ricevere pacchi dai corrieri. Io mi sono lamentata della situazione svariate volte con l’amministrazione comunale e con la produzione. Ho anche chiesto un risarcimento economico del danno subito per i mancati introiti della settimana. Mi sono resa disponibile a mostrare gli incassi giornalieri perché non ho alcuna intenzione di approfittarne”.
La rivelazione dell’accusa prosegue, poi, con rivelazioni sempre più dettagliate: “Sono entrata in negozio presto, alle 7 del mattino. Ho cominciato a fare le pulizie. Una volta dentro non potevo né uscire né ricevere clienti. Ero praticamente sequestrata. Così ho acceso la radio. Poco dopo sono entrate due persone per chiedermi di spegnere l’apparecchio”.
Il j’accuse ai danni di Can Yaman
E la verità dell’accusa a Can Yaman prosegue ancora: “Mentre parlavo e spiegavo educatamente le mie ragioni, è arrivato come una furia Can Yaman, che mi ha aggredito verbalmente. Lo tenevano in quattro, ho avuto paura”. Francesca Chillemi, attrice collega di Can Yaman, ha provato a placare l’animo indignato e in stato di choc della donna: “Mi ha tranquillizzata, è stata molto carina. Mi ripeteva ‘fallo per me’”. Dopo la sedicente aggressione subita, la produzione della serie TV attesa sulle reti Mediaset avrebbe contattato la Nelli per poi offrirle 600 euro, un compromesso maturato per chiudere l’affaire Can Yaman con il silenzio della commerciante, e che a sorpresa la donna avrebbe rifiutato: “Hanno cercato di tamponare l’aggressione con un risarcimento”, sostiene l’avvocato Giuseppe Romano del foro di Lecce. “Ma senza voler speculare sull’accaduto, bisogna ammettere che non tutto è stato organizzato per il meglio. Lasciare senza ristoro i commercianti per quattro giorni non è stato corretto. Così come non è stato corretto offrire il risarcimento solo dopo il fatto increscioso. Tra l’altro a fine serata la mia assistita ha anche scoperto che la serranda del negozio è stata danneggiata, forse con un calcio”, prosegue meticoloso, il legale.
La produzione non ha voluto commentare l’accaduto. La presunta aggressione sarebbe avvenuta sotto il vigile occhio pubblico di commercianti della zona, che adesso potrebbero essere chiamati a testimoniare dai carabinieri.