Uno studio pubblicato dall’Università di Cambridge sull’eutanasia in Canada ha sottolineato “l’assenza di reali tutele, e il significativo aumento dei casi legati a situazioni di disabilità, precarietà o disagio psichico”. A commentare i dati emersi, come riportato da Il Foglio, è stata anche la Ministra dell’Inclusione, Carla Qualtrough, che ha evidenziato come “in alcune parti del Paese è più facile accedere alla morte medicalmente assistita che ottenere una sedia a rotelle”.



I numeri relativi alle persone che ne hanno fatto uso dall’approvazione della legge, infatti, sono davvero allarmistici. Nel 2019, a tre anni dall’introduzione, il 2% di tutti i decessi del Canada era avvenuto per eutanasia. Una percentuale che è salita al 3,3% nel 2021: si tratta di 10.064 morti. Un bilancio che supera quello di tutti gli altri Paesi in cui questa pratica è legale. In California, dove la popolazione è più o meno la stessa, nel medesimo anno, ce ne sono stati soltanto 486.



Canada, è corsa a eutanasia: 10k morti nel 2021, chi sono

A lanciare l’allarme sull’eutanasia in Canada non sono soltanto i numeri, bensì anche le caratteristiche delle persone che ne fanno uso. La domanda di Alan Nichols, che è stata accettata, presentava come unico problema una carenza dell’udito. Kiano Vafaeian era depresso e disoccupato, oltre che diabetico. I soggetti in questione non sono mai stati in pericolo di vita, ma hanno autonomamente deciso di porre fine alla loro esistenza.

La platea si estenderà ulteriormente nei prossimi mesi. A partire dal prossimo anno, infatti, la legge potrà includere anche le persone la cui unica condizione è la malattia mentale. Ma non è tutto. Un un sondaggio di Research Co. ha rilevato che il 28% dei cittadini canadesi è d’accordo con l’ipotesi di approvare la richiesta di suicidio assistito per le persone senza fissa dimora e il 27% per coloro che versano in condizioni di estrema povertà.