IL CANADA DI TRUDEAU ALLA DERIVA: LA “TRASFORMAZIONE” DEL PROGRESSISMO
Su queste pagine come ben sapete non da oggi ci occupiamo delle forti perplessità che le politiche di uno Stato come il Canada suscita in chi come noi ritiene che la “conquista dei diritti” sia un terreno molto ambiguo dietro al quale possa celarsi il progressismo nichilista più spinto. Dopo però l’ultimo documentario del Telegraph, ripreso da Giulio Meotti sul “Foglio” in ampi stralci tradotti, possiamo dire di sentirci un po’ “meno soli”.
Dall’eutanasia sempre più spinta al controllo dello Stato “centralista” su conti correnti (rivolta dei camion, do you remember?, ndr) fino alle politiche pro-LGBTQ, la promozione dell’ideologia gender a scuola, per non parlare della legalizzazione dell’eroina: tutti punti toccati anche dall’inchiesta del Telegraph che conclude come questo Canada sia ormai un pericolo, un «monito per l’intero Occidente». A Vancouver, tra le città più “liberal” del “nuovo” Canada del Premier Justin Trudeau, il possesso fino a 2,5 grammi di droghe pesanti, tra cui eroina, cocaina e fentanil, è legalizzato come parte di un esperimento: «Mentre giravamo in Hastings Street, famigerato epicentro della crisi dei senzatetto di Vancouver, ho visto un uomo mezzo nudo spararsi un ago nel braccio a un metro da me», racconta il reporter del quotidiano Uk.
GENDER E LIBERTÀ DI PAROLA: COSA STA SUCCEDENDO IN CANADA
L’allarme sulla droga non è però certo l’unico ravvisato girando per le città del Canada, racconta ancora il giornalista del Telegraph Chris Elston: «Abbiamo trovato molti canadesi inorriditi dall’uso di bloccanti della pubertà nei bambini e dalla promozione degli uomini biologici negli sport femminili». Il tema è quello dell’ideologia di genere sui bambini, tanto a scuola con il sistema educativo ormai “deviato” alla promozione del gender-free come soluzione ad ogni problema, quanto nella spinta “transizione di genere” consigliata già ai più piccoli.
Attenzione però, il problema non è solo la promozione di queste idee-ideologie, ma a preoccupare è il fatto che prova a metterle in discussione rischia gravi conseguenze anche penali: «Abbiamo parlato con un’infermiera, Amy Hamm, che rischia di perdere la licenza dopo che aveva espresso sostegno a J.K. Rowling». Davanti al “multiculturalismo” promosso dal Governo Trudeau, le conseguenze sociali iniziano ad essere piuttosto inquietanti: ecco cosa racconta ancora il giornalista, tradotto sul “Foglio”, «La promozione del transgenderismo nelle scuole canadesi ha portato a una feroce reazione da parte di alcuni genitori, non ultimo di alcune comunità di minoranze etniche del paese […] Neerunjun, un assistente sociale, ha raccontato di come a suo figlio di otto anni sia stato chiesto di indossare abiti del sesso opposto per una giornata scolastica che promuoveva il travestitismo». Le leggi estreme sull’eutanasia danno poi il contorno “finale” alla deriva culturale e sociale che il Canada sta rappresentando per l’intero Occidente, anche se nell’opinione dei media mainstream si tende ad esaltare il “sistema Trudeau” ritenendolo illuminato e progressista. «Mentre il Cristianesimo declina in tutto il Canada e l’ossessione liberale per l’‘autonomia corporea’ e la ‘libertà personale’ raggiunge la sua logica conclusione, si sta formando una nuova distopia», denuncia il Telegraph in merito ad un Canada sempre più “woke” e con meno libertà di pensiero e di parola.