CRISI DI GOVERNO APERTA IN CANADA DOPO LO STRAPPO FRA NDP E LIBERALI: CAOS PER IL PREMIER TRUDEAU
Dopo mesi di liti, incomprensioni e “minacce” politiche, da qualche ora il Governo del Canada è ufficialmente in crisi: il Premier Justin Trudeau ha visto sfilare dalla maggioranza la componente del Nuovo Partito Democratico canadese (NDP) guidata dal leader sikh Jagmeet Singh. L’accordo di Governo tra Liberali e sinistra già era stato messo a dura prova all’inizio del mandato dopo le elezioni del 2021, ma gli ultimi scontri sulle riforme sindacali e il ruolo sempre meno “saldo” alla guida del Canada del Premier Trudeau hanno portato l’avvocato e attivista Singh ad annunciare l’addio con effetto immediato dalla maggioranza di governo.
Fino a ora la legislatura era proseguita con l’accordo di minoranza fra Liberali e NDP su un patto di governo comune ma il recente intervento del Premier sulla controversia ferroviaria tra la Canadian National Railway e la Canadian Pacific Kansas City ha di fatto visto scaricare l’appoggio di Singh all’esecutivo. In termini politici, il crollo verticale della popolarità dei Liberali ha fatto crescere i Conservatori e il Centrodestra canadese, ponendo l’NDP nel difficile ruolo di dover sostenere un Governo in crisi e con l’intento di prendere distanza dalle scelte di Trudeau per non subire lo stesso calo nei consensi.
DA DOVE NASCE LA LITE NEL GOVERNO CANADESE E COSA SUCCEDE ORA: ACCORDO DI MINORANZA PER TRUDEAU O ELEZIONI ANTICIPATE
La lunga trafila di trattative dopo le Elezioni aveva portato 2 anni e mezzo fa, nel marzo 2022, all’accordo di minoranza fra i liberali di Trudeau e il Nuovo Partito Democratico: ufficialmente, il partito di Singh non era nel Governo ma ne votava le principali misure garantendo una maggioranza più o meno stabile. L’accordo però ha scricchiolato in più occasioni, dalle leggi tacciate di essere liberticide durante la pandemia Covid fino alle controversie sulle dispute sindacali nazionali, fino alle politiche “woke” e anti-religiose del Premier idolo della sinistra nordamericana.
Lo scontro sul caso dei treni merci (con il NDP che definiva “codarda” la mossa di Trudeau di ordinare la fine degli scioperi dopo solo un giorno) ha probabilmente fatto traboccare il “vaso” del Governo, specie dopo il clamoroso dietrofront di qualche giorno fa in cui il Premier si è rimangiato le aperture sull’immigrazione, puntando invece una sorta di malcelato “Canada First“. A questo punto Singh in diretta nazionale ha spiegato come i Liberali «hanno deluso i canadesi e non meritano un’altra possibilità». A questo punto le opzioni sul tavolo per Trudeau restano solo due: imbarcarsi in una difficile negoziazione con gli altri partiti di opposizione per trovare un secondo accordo di Governo che punti a traghettare il Canada fino alle Elezioni nell’ottobre 2025, in alternativa la strada del voto anticipato si aprirebbe rapidamente con fine anno il popolo canadese chiamato alle urne dopo le urne del 2021. Singh aveva promesso di tenere unita la maggioranza fino al 2025 qualora il Premier avesse garantito nel programma la riforma sulle cure dentistiche alle famiglia con basso reddito e nuovi interventi sempre sul fronte sanitario.