In Canada l’eutanasia è stata recentemente legalizzata per le persone con “malattie o disabilità in uno stato avanzato e irreversibile che si ritrovano a vivere in una condizione di sofferenza fisica o mentale insopportabile”. Il caso in questione non è quello della campionessa paralimpica Christine Gauthier, che ha perso l’uso delle gambe nel 1989, nel corso di un grave incidente durante un addestramento militare e che da allora ha sviluppato una nuova normalità. Nonostante ciò, il Governo le ha proposto il suicidio assistito.



A raccontare quanto accaduto, come riportato dalla Cbc, è stata la diretta interessata, che ha denunciato i fatti di fronte ai parlamentari della Camera dei Comuni. Il tutto è iniziato quando l’atleta si è rivolta al Dipartimento di competenza per chiedere che potesse essere installato un ascensore per sedie a rotelle nel suo appartamento. La risposta, tuttavia, è stata ben lontana da ciò che si aspettava. “Ho ricevuto una lettera in cui mi veniva detto: ‘Se è così disperata, signora, possiamo offrirle l’assistenza medica per morire’”.



Canada offre a campionessa paralimpica suicidio assistito: il racconto choc

Christine Gauthier, la campionessa paralimpica a cui il Canada ha inspiegabilmente offerto il suicidio assistito, è rimasta sbigottita dalla frase contenuta nella lettera. “Ho pensato qualcosa tipo ‘Non posso credere che lo farai davvero, mi darai un’iniezione per aiutarmi a morire ma non vuoi darmi gli strumenti di cui ho bisogno per vivere meglio’. È stato davvero scioccante sentire quel tipo di commento”, ha raccontato. È per questo motivo che ha deciso di denunciare.

Il caso della donna, purtroppo, non sarebbe isolato. Altri cinque veterani sembrerebbero aver subito il medesimo trattamento. A rivelarlo è stato il ministro Lawrence MacAulay, che ha provveduto a sospendere l’agente responsabile di ciò. Il primo ministro Justin Trudeau, da parte sua, ha definito quanto accaduto “assolutamente inaccettabile” e ha annunciato che stanno “portando avanti le indagini e modificando i protocolli”.