Macabra scoperta in Canada, dove sono stati trovati i resti di 215 bambini in una scuola per indigeni. Si riapre così la pagina di uno dei capitoli più bui della storia del Paese guidato ora dal premier Justin Trudeau, il quale non a caso ha parlato di «una fase vergognosa». I bambini, infatti, venivano strappati alle loro famiglie dal governo e dalle autorità religiose affinché venissero avviati «all’educazione bianca», quasi sempre in istituti gestiti dalla Chiesa. Di fatto rimuovevano i figli degli indigeni dalla loro cultura per assimilarli alla propria. Nel giardino di una di queste scuole, la Kamloops Indian Residential School, è stata rinvenuta con l’aiuto di un radar una fossa comune con i resti. I rappresentanti della Prima Nazione (così vengono chiamati gli abitanti originari) stanno già lavorando con gli specialisti forensi per stabilire le cause e il periodo dei decessi. «Questi bambini scomparsi sono morti senza documenti, alcuni avevano appena tre anni», ha dichiarato Rosanne Casimir, capo della Prima Nazione Tk’emlups te Secwépemc di Kamloops, come riportato dal Corriere della Sera.



TRUDEAU “RESTI IN EX SCUOLA? MI SPEZZA IL CUORE”

Harvey McLeod, che frequentò la scuola in Canada per due anni alla fine degli anni ’60, in un’intervista telefonica alla Cnn ha spiegato che «è stato molto doloroso avere la conferma di quello che temevano fosse accaduto». Ricordando quei tempi, disse che «a volte le persone non tornavano, eravamo felici per loro, pensavamo che scappassero. Poi si è iniziato a dire che potevano essere morti». Tra il 1863 e il 1998 oltre 150mila bambini indigeni furono prelevati dalle loro case, quasi sempre con la forza, e inseriti nelle scuole residenziali, dove era loro vietato parlare la lingua o praticare la cultura delle proprie comunità. Nel 2008 fu istituita una commissione per documentare l’impatto di questo sistema. Così si è scoperto che in Canada un gran numero di bambini indigeni non è mai tornato nelle comunità di origine. Il rapporto, pubblicato nel 2015, affermò che questa politica equivalse ad un «genocidio culturale». Nel 2008 arrivarono le scuse del governo canadese, non quelle dei vertici della Chiesa. «La notizia che i resti sono stati trovati nell’ex scuola residenziale di Kamloops mi spezza il cuore, è un doloroso ricordo di quel capitolo oscuro e vergognoso della storia del nostro paese. Penso a tutti coloro che sono stati colpiti da questa angosciante notizia. Siamo qui per voi», scrive oggi su Twitter il primo ministro canadese Justin Trudeau.

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