CANADA, MINISTRO QUEBEC VIETA LA PREGHIERA PER LEGGE A SCUOLA
D’ora in poi sarà vietato pregare a scuola e in qualsiasi istituto scolastico pubblico del Quebec, una delle Province più importanti del Canada: la decisione presa lo scorso marzo è stata ora ratificata dal Ministro dell’Istruzione del Quebec, Bernard Drainville, in risposta alle interrogazioni dell’opposizione che contestavano la linea dura “laica” (o dovremmo dire forse “laicista”) del Governo di sinistra in Canada.
«Le scuole sono luoghi di apprendimento, non luoghi di culto», ha detto ancora Drainville in Aula rispondendo alle opposizioni, perciò «presto sarà vietato avere sale di preghiera nelle scuole pubbliche della provincia». Nelle linee guida preparate dal Ministro si afferma infatti che «la valorizzazione dei luoghi adibiti a pratiche religiose è incompatibile con il principio della neutralità religiosa dello Stato e è suscettibile di incidere sul corretto funzionamento delle scuole». Non solo, il Ministro dice che usare le aule per pregare «va contro le leggi sulla laicità, che richiedono che le scuole rispettino la separazione tra stato e religione». Nelle linee guida pubblicate dal Governatorato del Quebec scopriamo che tutti gli studenti, secondo i principi laici canadesi, «devono essere protetti da qualsiasi pressione diretta o indiretta volta a esporli o influenzarli affinché si conformino a una pratica religiosa».
VIETATO PREGARE A SCUOLA, LE REAZIONI IN CANADA ALLA LEGGE DEL QUEBEC
Addirittura, oltre che viene vietato pregare in classe, quando un istituto o alcuni insegnanti vanno contro queste nuove linee guida «il direttore della scuola deve prendere i mezzi necessari affinché vengano prese le opportune misure correttive». La nuova stretta del Canada di Trudeau arriva dopo anni e mesi di polemiche sugli scandali delle tombe di bambini scoperte fosse comuni vicino a scuole cattoliche sparse per il Paese: la Chiesa Cattolica viene vista non più bene in Canada e anzi, nel solo 2020 è cresciuto del 260% il livello di attacchi anti-religiosi contro i cattolici canadesi.
«Ci sono volute due settimane per scrivere linee guida che non sono né chiare né applicabili», denuncia Il portavoce di Québec Solidaire per l’istruzione, Ruba Ghazal, secondo quanto riportato dalla CBC Canada. L’attivista si chiede poi come gli insegnanti controlleranno i corridoi e i cortili della scuola nel caso in cui gli studenti si riuniscano per pregare. Attenzione però, il tema non riguarda solo i cristiani ma tutte le espressioni religiose, viste come fumo degli occhi dal secolarizzato potere politico in Quebec: «invitiamo tutti i partiti politici del Quebec a lavorare insieme per unificare la società» e che il divieto delle sale di preghiera «rafforza la deplorevole impressione che gli studenti del Quebec siano stigmatizzati a causa di le loro origini culturali ed etniche e che i loro diritti fondamentali sono stati violati», denuncia il Canadian Muslim Forum (FMC-CMF) in una nota stampa. Sempre secondo il centro musulmani del Canada, l’approccio scelto dallo Stato, «pone l’ambiente educativo ancora una volta nel quadro della polarizzazione politica in Quebec e nel circolo delle tensioni sociali imponendo agli studenti del Quebec un forte senso di inferiorità, ingiustizia e doppi standard, due misure». Negli scorsi giorni il Ministro dell’Istruzione già si era diverso in questi termini davanti alle insistenti domande sul perché si fosse deciso di vietare la preghiera a scuola: «Ci sono tutti i tipi di modi per pregare. No, non posso vietare la preghiera. Vieto le stanze di preghiera nelle aule. Ora, se qualcuno vuole pregare in silenzio, questo è un suo diritto fondamentale».