La fulgidezza di pensiero e penna fanno di Natalia Aspesi una delle più potenti “armi” contro i nostri tempi dominati da politicamente corretto, MeToo e “diritti”: sul Venerdì di Repubblica, rispondendo ad una lettrice, l’esperta scrittrice e giornalista si “cucina” a modo suo – con linguaggio e riferimenti sempre azzeccasti – i “tempi moderni” dove ogni lamentela e indignazione corre tra un social e l’altro abbattendosi su chi di volta in volta non rientra nei canoni del “mainstream” virtuale. La vicenda è nota, quella di Blake Bailey, autore e biografo di Roth, di cui è stata censurata l’opera omnia “Philiph Roth: The Biografy” per accuse spuntate in serie su presunte molestie avvenute anni addietro: nel suo pezzo su Rep la Aspesi ha ironizzato in merito alle accuse delle allieve di Bailey, scatenando le ire e lamentele di diverse lettrici.



«Sarà piacevole per tutte le donne vittime di violenza trovare su un quotidiano nuovi spunti per coloro che screditano la loro esperienza e spiegano loro in quali tempi e con quali modi avrebbero dovuto gestire l’ abuso che hanno subito», attacca la lettrice inviando la lettera al “Venerdì”, a cui Natalia Aspesi poi dedica una lunga e “appuntita” replica. «È la nuova richiesta della giustizia sommaria e senza processo molto apprezzata dai social: in questo caso viene non implicitamente richiesta la mia testa, che, care ragazze abbiate pazienza, rotolerà presto giù dal patibolo in ogni caso, per ragioni anagrafiche», introduce la giornalista tra le antesignane della lotta femminista negli anni Settanta.



LA STRIGLIATA DI NATALIA ASPESI AL POLITICAMENTE CORRETTO

Aspesi si scaglia contro il dominio del politicamente corretto e sopratutto contro la “cancel culture” che soprattutto negli Stati Uniti sta divenendo un elemento sempre più inquietante: «Permettetemi di essere contraria alla cancellazione della storia, il che farebbe affogare il presente nel vuoto da cui non sapremmo difenderci. E adesso veniamo alla mia maggior bassezza morale e sociale di signora di altri tempi: osservo solo che avete minuziosamente raccolto le mie malefatte ma non avete tenuto conto dell’articolo su Grillo Beppe e Ciro Grillo, che pure incominciava dalla prima pagina, perché non rientrava nella vostra ostilità, essendo forse il più crudele su quella vergogna». In merito ai romanzi su Roth e di Roth, il tema del “MeToo” viene nuovamente ribadito da Natalia Aspesi con una punta di sarcasmo: «a parte che esiste la libertà di non leggerli», premette la giornalista su Rep, «perché non chiedete il rogo di romanzi scritti da nazisti, assassini, uxoricidi, terroristi, e delle loro biografie, perché non lottate contro la pornografia a disposizione anche dei bambini, perché non fate corsi per future madri di maschi affinché li educhino alla parità e non alla maschilità e scuole per attuali molestate perché la smettano di frignare su Instagram e si cerchino maschi normali che ce ne sono milioni?».



Aspesi definisce senza timore come «battaglie funeree» tutte le strillanti indignazioni via social che provano a mettere «sullo stesso piano lo stupro e le molestie mi pare abbiano fermato solo le molestie ma non ancora lo stupro. Vorrei ricordarvi, naturalmente scusandomi, che in quei tempi pieni di quel futuro che non è poi arrivato io c’ ero e voi ragazze brontolone no». Natalia Aspesi racconta di un tempo che ora non c’è più, dove il rapporto tra uomini e donne specie nei “salotti” dell’alta società (ma non solo) non era violenza ma per lo più «gioco, seduzione, corteggiamento, piacere, anche sottomissione e delusione e abbandono e dolore e solitudine». Un passato ingiusto, ammette Aspesi, anche perché gli uomini erano tutti ai posti di comando e le donne potevano raggiungere il potere solo con «inganno, ipocrisia, innocenza, lusinghe sessuali». Ma proprio per questo passato che non c’è più, conclude la scrittrice, «voi ragazze spetta il giudizio sul presente, è vostra responsabilità impedire le molestie degli scemi con cui non dovreste accoppiarvi. Ci saranno stati, ci saranno nella vostra vita e in quella di altri milioni di donne anche uomini amabili e amanti, perché non parlate di loro?».