Alessandra Fabi, responsabile di Oncologia medica 1 dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, ha parlato del cancro al cervello che ha colpito Nadia Toffa. All’agenzia Dire ha spiegato che «le prospettive oggi sono ancora poco promettenti. Si tratta infatti di una patologia estremamente aggressiva». E questo anche perché «non c’è una identificazione di farmaci target come invece accade in altre patologie tumorali solide che colpiscono ad esempio il rene, la mammella o la pelle come il melanoma». Per combatterlo non c’è altra strada che quella della chirurgia con chemioterapia e radioterapia. «L’intervento chirurgico è il trattamento prioritario al momento della diagnosi. Nel caso contrario in cui il tumore cerebrale non sia operabile la prognosi per il paziente è a sei mesi. Si tratta di tumori poco chemioresponsivi, ecco perché si cerca di trovare alternative terapeutiche alla chemioterapia che rimane comunque tutt’ora il trattamento farmacologico principale», ha concluso Fabi. (agg. di Silvana Palazzo)
“NADIA TOFFA NON POTEVA PIÙ OPERARSI PERCHÉ…”
Nadia Toffa sapeva che il cancro al cervello l’avrebbe uccisa. Il retroscena è stato raccontato da Azzurra Barbuto, che su Libero ha raccontato di una cena in cui erano presenti lei, Vittorio Feltri, Piero Chiambretti e appunto Nadia Toffa. La giornalista ha spiegato che dopo due ore la Toffa parlò della sua malattia. E questo perché il racconto di una storia d’amore di Chiambretti l’aveva commossa. «Ci spiegò che i medici le avevano detto che non avrebbe più potuto essere operata, poiché il cancro si era spinto in un’area del cervello in cui non si sarebbe più potuto intervenire chirurgicamente. Non le restava che continuare a bombardarsi di chemioterapia». La giornalista ha riportato anche le parole di Nadia Toffa sul cancro al cervello: «Lo so che devo morire. Non piango per me. Sto piangendo per mia madre, perché mia mamma resterà senza una figlia e questo non è naturale, non si può accettare». Tanta la commozione al tavolo, con gli altri che hanno provato a rassicurarla, come si fa in quelle circostanze. «La cosa che mi stupì di più era il suo desiderio di crederci, nonostante tutto. Ci si attacca strenuamente alla vita e alla speranza», ha concluso la giornalista. (agg. di Silvana Palazzo)
“LA SUA LOTTA CONTRO IL CANCRO UN ESEMPIO”
Intervistato oggi da Il Giorno, parla uno dei massimo esperti di oncologia a livello mondiale e si dice stupito e commosso di come la lotta di Nadia Toffa contro il cancro al cervello sia stata un vero esempio per tutti i malati (e non) di questa terribile malattia dai sintomi spesso oscuri. «Raccontare sui social la malattia? È difficile dire se sia giusto o sbagliato ma di sicuro Nadia Toffa, con la sua testimonianza, è stata un esempio per tanti pazienti. Fino all’ultimo non ha perso la speranza, ha affrontato la malattia in maniera razionale, rivolgendosi alla scienza. Fino al triste epilogo», spiega il professore Paolo Veronesi, direttore del reparto di Senologia chirurgica all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano (Ieo, ndr). Il professore affronta anche quella provocazione fatta da Nadia Toffa nel suo libro “Fiorire d’inverno” quando parlò del cancro al cervello come un “dono’: «una provocazione, che però nasconde delle verità. Chi riesce a guarire esce dalla battaglia con un carattere più forte e deciso, con una visione della vita diversa. La malattia aiuta a capire quali sono i legami veramente importanti, e spazza via quelli superflui». (agg. di Niccolò Magnani)
L’ONCOLOGIA SULLE CURE DEL CANCRO AL CERVELLO
Un cancro aggressivo al cervello ha ucciso Nadia Toffa. La nota conduttrice de “Le Iene” è morta oggi nella clinica Domus Salutis di Brescia. Sebbene il progresso della scienza abbia consentito notevoli passi avanti nella cura delle diverse forme di cancro, incrementando l’aspettativa di vita dei malati, ci sono ancora casi aggressivi davanti a cui la medicina non ha ancora strumenti efficaci. A tal proposito Stefania Gori dell’Aiom ha spiegato che grazie alla ricerca oncologica «il 60% dei pazienti con una diagnosi di tumore ha una sopravvivenza di 5 anni, e per il carcinoma alla mammella e alla prostata la percentuale di sopravvivenza sfiora il 90%». È evidente il cammino è ancora lungo, ma grazie alla ricerca si comincia a parlare di guarigione, un concetto impensabile fino a due anni fa. Ma quando ci si può considerare guariti? «Quando si raggiunge, dopo un numero di anni dalla diagnosi che è diverso a seconda della neoplasia da cui era affetto, la stessa aspettativa di vita di una persona della stessa età e dello stesso sesso che non ha mai avuto un tumore». (agg. di Silvana Palazzo)
CANCRO AL CERVELLO, PATOLOGIA DI CUI SI SA POCO
Del tumore al cervello che ha stroncato Nadia Toffa, venuta a mancare nelle ultime ore, si sa ancora relativamente poco nonostante sia una patologia che abbia una incidenza non irrilevante. Infatti, quello che colpisce il cervello è una tipologia di cancro che è a carico dell’area più importante del sistema nervoso e che varia a seconda di quello che il lobo che viene ad essere colpito o di dove si sviluppano. Il 40% di questi tumori ha origine da cellule gliali a differenza degli altri: per quanto riguarda i sintomi, essi sono differenti in base ai lobi interessati, basti pensare al fatto che per quello frontale i sintomi più vistosi sono i disturbi dell’umore e della confusione, mentre per il parietale si notano pure delle convulsioni. Tra gli altri sintomi iniziali della patologia ci sono continui mal di testa e nausee, seguite da disturbi frequenti alla vista e convulsioni. A proposito invece della cura, la soluzione prevalente è ovviamente l’intervento chirurgico di asportazione della massa tumorale, assieme a radio e chemioterapia. Infine va ricordato che a fronte di una incidenza dell’1,4% sul totale delle diagnosi, il tumore si rivela mortale nel 2% dei casi. (agg. di R. G. Flore)
“HA AVUTO UN TIPO DI TUMORE CHE…”
Stefania Gori, presidente degli oncologi dell’Aiom (Associazione italiana oncologia medica), ha parlato all’Agi del cancro al cervello, la malattia che ha ucciso Nadia Toffa. «Ha avuto un tipo di tumore per il quale la ricerca sta lavorando molto a livello internazionale, ma anche in Italia». L’oncologa ha ammesso che su alcune forme tumorali bisogna acquisire ancora maggiori conoscenze, ma la ricerca sta facendo comune progressi. Fabrizio Nicolis, presidente Fondazione Aiom, invece ha spiegato qual è il messaggio più forte che ha inviato Nadia Toffa: «Non si è nascosta dietro la malattia, ha vissuto e convissuto con essa. È stata una Iena fino in fondo, la stessa determinazione che aveva nella sua professione l’ha avuta per combattere la malattia». Ma Nicolis ha ricordato anche alcuni servizi discutibili de Le Iene e che Nadia Toffa ad un certo punto «si era ricreduta su quella modalità di fare giornalismo, ribadendo più volte che era necessario affidarsi ad un percorso scientifico adeguato». (agg. di Silvana Palazzo)
CANCRO AL CERVELLO: IL COMMENTO DI BURIONI
La notizia ha sconvolto tutti questa mattina anche se la malattia che aveva colpito Nadia Toffa purtroppo è tra le più letali tra i vari tipi di cancro: come ha ben descritto poco fa sui social il virologo Roberto Burioni, «Aveva ragione un prete mio amico: il cancro è una delle più terribili forme che può assumere il Diavolo. Io non so se il Diavolo esiste, ma sono d’accordo con lui. Addio Nadia». Tra i sintomi anche post-malattia riconosciuta, i più difficili da sostenere sono quelli raccontati qualche tempo fa dalla stessa Nadia Toffa: «cambi di personalità, mal di testa, problemi alla vista e addirittura allucinazioni sensoriali». Il cancro al cervello purtroppo è una malattia serissima e non sempre, come dimostrato dalla lunga battaglia di Nadia Toffa, vi è un esito felice al termine delle cure. In queste ore una sua amica che sta passando mesi difficili per una grave malattia avuta dal figlio, Elena Santarelli, ha voluto scrivere sui social un messaggio di cordoglio e insieme un “avviso” a tutti quelli che hanno sempre attaccato la Toffa per il suo tumore: «A tutti voi che in passato avete lasciato messaggi orrendi sotto le foto di Nadia, se potete chiedete scusa». (agg. di Niccolò Magnani)
LA MALATTIA CHE HA UCCISO NADIA TOFFA
Nadia Toffa è morta di cancro, tra le malattie più difficili da combattere e con cui lei ha lottato con coraggio. L’incubo è cominciato il 2 dicembre 2017, quando fu ricoverata in ospedale per un malore improvviso a Trieste, dove si trovava per un servizio de “Le Iene”. «A un certo punto sono caduta», raccontò la giornalista. Di quel malore non ricordava nulla, se non l’ambulanza. Trasferita all’ospedale San Raffaele di Milano, Nadia Toffa è stata «ribaltata come un calzino». Tutta l’Italia col fiato sospeso: inizialmente si parlò di «patologia cerebrale». Due mesi più tardi la conduttrice tornò su Italia 1 spiegando che stava affrontando la battaglia più dura della sua vita, quella contro il cancro. Nel suo caso al cervello. «Mi sono operata e mi hanno tolto il 100% del tumore. Ma ho fatto radio e chemio preventive». Ma non bastò, perché il cancro tornò e Nadia Toffa dovette operarsi di nuovo e sottoporsi a nuovi cicli di chemioterapia. «Non siamo malati, siamo guerrieri», disse a chi condivideva la sua stessa malattia.
NADIA TOFDA E IL CANCRO AL CERVELLO: SINTOMI E COME SI CURA
I sintomi del cancro al cervello dipendono dalla sua localizzazione e dalle dimensioni della massa. Visto che ogni zona è responsabile di una funzione specifica, sarà quella ad essere più o meno compromessa. Le neoplasie del lobo frontale sono caratterizzate da grande debolezza e incapacità di muovere una parte del corpo, disturbi dell’umore e confusione. Quelli che partono dal lobo occipitale provocano disturbi visivi fino alla cecità, allucinazioni e convulsioni. In generale, ma fanno eccezione le malattie del cervelletto, se il cancro colpisce una parte del cervello il sintomo si manifesta nella parte opposta, perché ogni emisfero cerebrale governa la parte controlaterale del corpo. Il mal di testa intrattabile è uno dei sintomi più comuni, insieme alle crisi epilettiche, dovute all’effetto irritante della massa tumorale. L’intervento chirurgico è il metodo di cura dei tumori cerebrali più diffuso. In generale serve a ridurre la pressione che il tumore esercita all’interno del cranio e a diminuire così i sintomi. Ma permette un’esatta diagnosi del tumore, quindi è importante per pianificare una terapia specifica. La radioterapia si aggiunge all’intervento chirurgico con l’obiettivo di ridurre il rischio di recidiva. Può essere usata da sola o in associazione alla chemioterapia. Di solito insieme sono riservate ai tumori che mostrano una certa aggressività.
NADIA TOFFA COME È MORTA: IL CANCRO E LE CHEMIOTERAPIE
Nadia Toffa ha affrontato i cicli di chemioterapia condividendo il suo percorso sui social. E questo è stato importante non solo per lei, che sola non è mai stata nella sua battaglia, ma anche per i tanti malati di cancro che hanno avuto una “guerriera” come punto di riferimento. Tempo fa, in un’intervista al Corriere della Sera, aveva parlato del motivo per il quale aveva scelto di condividere la sua malattia sui social. «Rivendico il diritto di parlare apertamente della nostra malattia. Non è esibizionismo né un credersi invincibili, anzi: è un diritto a sentirsi umani. Anche fragili, ma forti nel reagire». E a chi la criticava per questa sua scelta rispondeva: «Ma perché avrei dovuto rinunciare a essere me stessa nei momenti difficili?». Non sono mancate le pause forzate, perché quella contro il cancro è una battaglia estenuante. Nadia Toffa ne ha parlato anche in un libro che per lei è stato un inno alla vita. «Non sono guarita, sono qui viva e continuo le terapie», diceva. E sulla perdita dei capelli per la chemio: «Sì ma poi ricrescono, non si rimane pelati a vita».
NADIA TOFFA COME È MORTA: IL CANCRO E LA SUA BATTAGLIA
Nadia Toffa ha sempre ricordato che le cure sono l’unica via per combattere il cancro. «Magari con la forza di volontà si potesse guarire… non è ovviamente così, ma di certo un atteggiamento positivo aiuta e questo lo dice la scienza non la sottoscritta». E infatti ai malati di cancro come lei ha sempre consiglio di non sospendere mai la vita per la malattia. «Nessuno dovrebbe farlo». Il messaggio di Nadia è stato un grido di battaglia: «Non sospendiamo la vita per colpa del cancro, non diamogliela vinta. Bisogna sorridere sempre perché noi siamo più forti». Lo ha detto in mesi di cure, parrucche, capelli che cadono e ricrescono, cicli di terapie con la madre sempre al suo fianco, pausa da “Le Iene” per riposarsi. Non era sicura di poter vincere la battaglia contro il cancro, ma ce l’ha messa tutta per combatterlo: «Il Signore mi ha dato una sfida che io posso non vincere, ma devo combattere. Sempre», disse a Verissimo. In un’altra occasione aggiunse: «Non si sa chi vincerà. Vivendo, lo scoprirò controllo dopo controllo tra qualche anno. Chi ha il cancro sa di cosa parlo». Purtroppo però non ce l’ha fatta.